Recensione: Webzine
Pavillon 666 -
Metal Webzine (31.05.2007)
RECENSIONE - Formé en 1995, ces italiens ont sortis auparavant un EP, et leur premier album que voici. Je dois avouer qu'en Italie, la musique metal / rock sonne parfois assez “spéciale” avec des originalités surprenantes. Mais ici, que nenni. Nous avons à faire à un très bon groupe de rock “émo metal” qui m'a de suite fait penser à du U2, mélangé à du Marillion. Autant dire que j'ai voulu en savoir plus...
Leur premier titre “
Broken” restera le titre phare, superbe titre de rock teinté légèrement métal grâce à une guitare un peu saturée (ça s'arrête là !!). Le chant est clair, qui parfois pousse un peu, mais vraiment c'est un des points forts de cet album. L'autre point fort, c'est des compos ultra mélodiques, et vraiment réussies. On ne navigue pas dans un haut défi technique, mais le moindre accord et la moindre subtilité prend ici tout son sens. Les guitares sont aériennes, la batterie discrète, et la basse importante (et heureusement).
Le titre
Hullabaloose intègre des éléments électroniques, mélangés à quelques riffs plus énervés, tandis que la compo
Psychotheque restera plus lente et douceâtre, tout comme le titre
Sleepwalkers. Alors si vous êtes amateurs de groupes rock à tendance progressif, ou si vous aimez un peu de douceur dans ce monde de brute, je vous conseille vivement cet opus, qui n'a de passable que le nom du groupe en lui même... Bonne surprise (8,5/10)
(Avalon)
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MGBrescia - (03.05.2007)
RECENSIONE - Se fossimo ad una puntata de “il bivio”, la trasmisione di Enrico Ruggeri, forse mi vedrei costretto ad iniziare questa recensione più o meno così:
Cosa sarebbe successo se gli U2 avessero continuato a fare buona musica anzichè le canzonette poppeggianti degli ultimi anni? Probabilmente oggi suonerebbero brani molto simili a quelli di questi SHW.
Broken, la prima traccia, sembra infatti estrata direttamente da “Boy” o da un qualsiasi altro album della gloriosa band di Bono Vox antecedente il 1987. Le chitarre e la melodia del cantato citano chiaramente e volutamente il quartetto irlandese e producono un ottimo insieme con una semplice e concreta sezione ritmica.
Con
Epochal Babel le citazioni si allargano alla più ampia scena wave di metà anni '80 e si conferma la buona amalgama della band. Il terzo brano
Hullabaloose è forse il mio preferito dell'album, perchè è l'unico che da una forte personalità agli SHW. Anche in questo caso le citazioni sono molteplici, ma c'è una dose di originalità più spiccata ed evidente, specie nella grinta del cantato e nei suoni delle tastiere.
La title track,
Psychotheque, è un lentone dai richiami volutamente '60/'70 e l'intenzione di creare quell'atmosfera di moderna psichedelia è sicuramente ben riuscita.
Sleepwalkers continua su ritmi blandi, ma torna a citare gli U2 nelle trame di chitarra, sebbene la parte di piano ad inizio canzone mi abbia fatto sobbalzare illudendomi di trovare in seguito un'apertura più sostenuta della stessa, mentre invece resta solo come riempitivo di sottofondo.
clashemotions e
ADS (Ayrton da Silva) smorzano ulteriormente i ritmi di partenza del disco per portare l'ascoltatore su atmosfere alla Radiohead, Muse o Coldplay, ma vanno senz'altro segnalate le interessanti parti di batteria del primo e di piano nel secondo brano.
Beyond ridona vigore all'album, le chitarre si fanno più acide e corpose, la ritmica è incalzante e contrasta piacevolmente con la malinconia delle tastiere e del cantato.
con
Missing gli SHW strizzano l'occhio alla malinconia della scena gothic nordeuropea, restando però legati a quei suoni in stile U2 che tanto piacciono loro. In chiusura l'intro di
Mind Chambers inganna coloro che si aspettano un brano rockeggiante, si tratta infatti di un altro straziante pezzo in stile Thom Yorke, ben eseguito ed articolato nelle sue diverse fasi: ora arrabbiato, ora malinconico, ora arioso.
Al brano strumentale
Broken (part 2) spetta la chiusura di questo CD d'esordio degli SHW. Che dire? Il quartetto composto da Roberto Bonazzoli (voce e tastiere), Diego Capelli (chitarra e voci), Stefano Sarzi (basso) e Graziano Capelli (batteria e pianoforte) esegue molto bene un compito che però altri hanno già consegnato. Il tempo in più che i ragazzi hanno avuto per eseguirlo purtroppo non gli è bastato per aggiungere qualcosa di originale e personale. Trovo che questa sia l'unica pecca.
Ascoltare questo disco non è tempo buttato anzi, lo consiglio vivamente agli amanti del genere, ma a parte un paio di brani che potrebbero diventare ottimi singoli radiofonici, penso che sia difficile trovare aspetti innovativi o quanto meno originali. (3/5)
(Pedro)
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Metal Warrants -
Underground & Unsigned Music From Around the World (21.04.2007)
RECENSIONE - Here's one that's been on the pile for sometime now. I had a track on the station for a while, and it panned out there for a bit but lost it's edge amongst the hard rockers on there. Italy's rock sensation SHW have produced a very nice album here. Opening the disc with a track so close to sounding like U2 that it's scary, “Psychotheque” takes you on a mediating journey into a more atmospheric, almost psychedelic brand of rock. Their sound as said before runs along the lines of U2 as well as
The Cure and
The Psychedelic Furs or a 90's alternative sound. It's a bit hard to say whether it's keyboard or guitar driven as both make a valid point in each track. All the tracks are very likeable. Each and every one of them. Nothing that's going to make you jump out of your seats, but one of the most musically refreshing Cds I've heard in awhile. In the genre of rock that is. No need to step out on a limb here. Just head over to their website and sample it for yourself. I'm pretty certain you'll like it too.
(John Haseltine)
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Metal Impact -
L'ultime Webzine qui se renouvelle au quotidien (29.03.2007)
RECENSIONE - Avouons-le, l'Italie fait plus parler d'elle de par ses artistes de variété que par ses groupes de rock. Cependant, en écoutant SHW, on se demande pourquoi, car le résultat n'est pas si différent. On prend des ingrédients qui trainent par ci par là et on rend l'ensemble joli et impeccable grâce à une fine couche de niaiserie. Sans passer par 4 chemins, ce n'est pas une daube complète, mais cet album n'est pas particulièrement intéressant. Les influences sont larges, allant de U2 à PINK FLOYD sans jamais en effleurer l'essence, le tout pour un rendu plutôt banal. Les 11 titres s'enchainent pourtant bien, de manière homogène et presqu'efficace, mais non, décidemment, ça ne décolle pas. On essaye, on secoue un peu la tête, on tape du pied et puis. Stop, on détourne les yeux, on se regarde les ongles, on repense à ce que l'on a à faire aujourd'hui et ça y est, on a décroché. Ce Psychotheque ne parvient pas à nous emporter. Trop prévisible, trop commun. Il n'y a rien qui sort du lot. La voix fébrile du chanteur semble être retenue par une force mystérieuse, difficile d'accrocher. Les parties guitares esquissent parfois une légère forme d'originalité, mais ça retombe vite à plat par la suite. Les claviers n'apportent pas grand choses non plus, trop timides, avachis dans leur coin comme s'ils avaient la flemme de se lancer dans des excentricités surprenantes. Et nous, auditeurs, nous nous ennuyons, ferme. (2/5)
(Pley)
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Rock Impressions -
(18.03.2007)
RECENSIONE - Ecco un'altro gruppo che suonerò parecchio, statene ben certi. Gli SHW assemblano una serie di brani as-so-lu-ta-men-te vincenti, ove il meglio di quanto espresso ultimamente da certo pop anglosassone (no, non mi riferisco al nipotame della gloriosa wave ottantiana ch'impera nei palinsesti delle radio e delle TV musicali commerciali), viene stemperato da pregevoli inserti psychedelici, il tutto reso con bravura da un quartetto dotato che, assieme agli Act Noir, rappresenta quanto di più fresco abbia potuto ascoltare in questi mesi.
Se l'esausto (ed estenuante) Bono Vox potesse assumere in abbondanti dosi “
Epochal Babel” (che titolone! E non è l'unico a spiccare in quanto originalità), probabilmente proverebbe un pochino d'imbarazzo per quanto da lui composto ultimamente, ma dinanzi alla delicatezza psych della title-track tutti dovremmo inchinarci! In sei minuti scarsi Roberto “Bona Head” Bonazzoli (voce e tastiere), Diego “Brick” Capelli (chitarre e voci), Stefano “Japo” Sarzi (basso) e Graziano Capelli (batteria) hanno magistralmente condensato tutta la loro creatività! E dopo tanta magniloquenza, i nostri piazzano una bella ballata poppeggiante, la dolce e melodica (non mielosa) “
Sleepwalkers”, prima che riemerga la loro personalità più grintosa, e riconducibile in parte a quanto proposto dai validi Muse. Un gran bel disco, “Psychotheque”, che ci permettiamo di consigliare a tutti coloro che intendono rifuggire dal banale e dal decotto!
(Adriano “AM” Moschioni)
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SkipMag -
Independent Rockzine (09.03.2007)
RECENSIONE - Italien und Rockmusik passt auf den ersten Blick wahrscheinlich genauso gut zusammen wie Afghanistan und guter Wein, Amerika und kulinarischer Hochgenuss oder Niederlande und Fußballweltmeister, doch auf erstaunliche Art und Weise haben sich die hierzulande noch unbekannten SHW dem Rock verschrieben. Das erste Album trägt den Titel “Psychotheque” und kombiniert tiefgehende Gefühle mit emotionalem Drumherum. Ruhig beginnt die Platte mit dem Titel
Broken, der sich im Refrain ganz nett anhört, durch Gefühl brilliert, aber im übrigen Teil stark schwächelt. Während
Psychotheque an manchen Stellen durchweg schlecht produziert klingt, überrascht sie an anderen Stellen durch saubere Töne, gute Abmischung und wirklich überzeugender Tonqualität. Vor allem das Schöne
Sleepwalkers trumpft mit träumerischen Tönen und ergreifendem Gesang auf. Im Refrain wird hier allerdings nachgelassen und dem Song fehlt der nötige Schwung, um aus den Socken zu hauen. Doch sobald Gitarre und Piano wieder einsetzen macht es das vergessen. Ebenfalls ein tragendes Element ist das Piano in dem Song
ADS (Ayrton da Silva) da es ausschließlich, nebst Gesang, über anderthalb Minuten entführt und ergreift. Trotz all der netten Worte kriegen wir hier nichts Neues aufgetischt, es wurde sich nicht einmal die Mühe gemacht, es wenigstens so aussehen zu lassen. Altbacken aber handwerklich doch recht akzeptabel reihen sich die elf Stücke aneinander, versprühen hier und da ein bisschen italienischen Charme und verschwinden dann auch wieder in den unergründlichen Tiefen der unentdeckten Kleinstadtrocker. (4,5/10)
(Jessica Lehmann)
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Bloodchamber -
(26.02.2007)
RECENSIONE - Zunächst dachte ich an U2, als ich die Edge-typische Gitarre und das Falsett des vermeintlichen Bono Vox' vernahm. Und in der Tat bestimmt größtenteils U2 als größter Einfluss den Sound der italienischen Band, der desöfteren mit dem tiefen Timbre des Sängers variiert und von einem Arena tauglichen Rock-Pathos angereichert wird. Das gut produzierte Album präsentiert eine homogene Band, die es versteht eigene Songs zu schreiben und versucht, sich von ihren großen Vorbildern zu lösen.
Broken und
Epochal Babel klingen, als ob U2 wieder kneipentaugliche Rocksongs schreiben würden, wenn Bono etwas dunkler singen würde. Das aggressiv-eingängige
Hullabaloose ist von anderem Kaliber und taugt allenfalls für ein wütendes Billardspiel (falls der Text sich auf Billard der anderen Art bezieht und fast schon eine Gay-Hymne sein könnte). Das wohlgefällige Titelstück besitzt ebenfalls keine U2-Anleihen mehr und kommt als chartstaugliche Keyboardballade daher. Ebenso balladesk gestaltet ist das aufdringlich-schmalzige
Sleepwalkers, das das so gut begonnene Album zu einer Hausfrauenschmonzette in der Manier einer mittelmäßig spielenden irischen Rockband degradiert. Nicht anders ist das von einem Klavier getragene
Clashemotions geraten, das wie
Sleepwalkers ein wenig U2 auspackt. Aber eher in der Version, welche die wenigsten mögen werden. Nun singt aber Sänger Roberto Bonazzoli ein wenig nasaler als vorher. Hat ihm jemand gesagt, dass es ein wenig nach Country klingt, weil Country-Rock gerade im Kommen ist? Bei den restlichen Songs erspare ich mir die Ausführungen, denn was zunächst so vielversprechend anfing, lässt einen ärgerlichen Klos im Hals entstehen und die Faust ballen, weil es bei der musikalischen Uneinheit bleibt, die aufgesetzt wirkt und irgendwie kalkuliert. Da reißen die kitschigen Keyboardflächen auch nichts mehr raus. Dennoch bleibt das Können der Musiker unbestreitbr, aber wenn außer aufgesetztem Pathos und halbherzigem Achtziger-Keyboardspiel nicht mehr viel übrig bleibt, dann schaltet der kritische Zuhörer einfach ab. Mag sein, dass Leute ohne viel musikalischen Interesses Gefallen an der balladesken Musik finden und so richtig emotional dabei abgehen und sich zur einen oder anderen billige Träne hinreißen lassen. Alle anderen vergessen das Teil, nachdem sie ihren willigen One-Night-Stand genossen haben, zu dem die hier präsentierte Musik verhalf. Viel Vergnügen. (5/10)
(Daniel Thalheim)
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Vampster -
(24.02.2007)
RECENSIONE - An sich stellen Art-Rock-Bands wie PINK FLOYD und Alternative Rock ja einen unüberbrückbaren Gegensatz dar. Doch SHW aus Bella Italia haben die Schenkelmuskulatur trainiert und wagen beim Opener
Broken und dem darauffolgenden
Epochal Babel den Spagat. Und so tummeln sich auf
Psychotheque gleich zu Beginn flächige Keyboards, über denen sich der Leadgitarrist leidenschaftlich austobt, ebenso wie angeraute Refrainmelodien von Sänger Roberto Bonazzoli und leicht funkige Rock-Riffs, wie sie sich PEARL JAM auf "Vs." so locker aus dem Holzfällerhemdsärmel schüttelten. Als Standbein fungiert jedoch mit verstreichender Spielzeit zunehmend die proggige Seite, während das Spielbein Alternative lediglich hintergründig für bunte Tupfer sorgt. Unglücklicherweise kommen einige Songs auf “Psychotheque” ziemlich schwerfällig und ziellos daher, weswegen das wagemutige Experiment in Richtung eigener Stil nur bedingt gelingt. Trotzdem beeindruckend, mit welcher Spielfreude die vier Musiker alle Scheuklappen ablegen und sich auf die Pirsch nach den ganz großen Melodien und Harmonien machen. "Sleepwalkers" etwa beginnt mit BEATLES-Flair, um nach und nach von der Gitarre behutsam in melancholische Schwelgerei entführt zu werden. Musik erscheint in den besten Momenten dieses Albums als etwas völlig Organisches, bei dem sich alle Instrumente zu einem einzigen großen Klanggemälde fernab üblicher Songstrukturen vereinen. Schade, dass die erwähnten Längen und die nur zu Beginn eingesetzte rockigere Stimmfarbe von Roberto diese hymnischen Momente limitieren. Dennoch: Hier spielt Leidenschaft die erste Geige, Proggies sollten mindestens ein Ohr riskieren.
(Rachendrachen)
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MAROCKmagazine -
La vision Rock du Marock et d'ailleurs (20.02.2007)
RECENSIONE - C'est dans un répertoire psychédélique s'éxercent les italiens de SHW, et c'est à coup de synté et de guitare à la Pink Floyd qu'ils ontcomposé “Psychotheque”. L'influence des Pink Floyd est omniprésente,cumulant les ambiances atmosphériques et certains moments qui se veulent plusentrainant. Dans l'ensemble, c'est du potable, mais faut vraiment aimer legenre, car l'album peut se révéler ennuyant pour beaucoup de personnes. D'autant plus que le champ expérimentale n'est pas trés poussé et qu'on aurait vouluquelque chose de plus pêchu au niveau des riffs. Voilà, à réservé pour lesmalades du genre, même si je ne pense pas que ça leurs plairait beaucoup.
(Yahya)
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Raw & Wild -
'80 heavy 'zine / Web-radio (16.02.2007)
RECENSIONE - Formatisi dieci anni fa giungono al secondo album gli SHW. Il titolo del loro nuovo album è “Psychotheque” e fa presagire un buon avvenire per questa band composta da quattro musicisti. Dal punto di vista stilistico gli SHW sono parecchio vari e per nulla monotoni. Indicare un sound prevalente è difficile. Diciamo che si parte da un certo pop evoluto che abbraccia sfumature eighties e new wave. Il tutto sviluppato con intelligenza e buona capacità di sintesi. Anche la registrazione aiuta, e non poco, ad apprezzare il lavoro. Ogni elemento è, infatti, messo in giusta enfasi con il risultato di regalarci un album coeso e molto ben strutturato. Un buon primo passo in attesa di vagliare le loro prossime realizzazioni fonografiche.
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Score music magazine -
(14.02.2007)
RECENSIONE - While this record contains keyboards, it's definitely a guitar-driven project, and, sad to say, but some of the vocabulary in the lyrics surpasses what I hear in native English songs! Sure, this has a somewhat retro '80s rock feel to it but it's solid in its composure. Some '80s alternative, a pinch of
Dream Theater, a tidbit of dreamy keyboards, and the solid rock chops of people like Donnie Iris. Of course it would never chart in the U.S., but considering the state of the music biz here, who really cares? I've been so plagued with mediocrity, SHW is a pleasant surprise.
(Siren Cristy)
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Blastbeat -
Nederlands en Belgisch metal webzine (06.02.2007)
RECENSIONE - De Italiaanse Alternatieve rockband SHW is op de proppen gekomen met hun nieuwe cd
Psychotheque. Voor mij weer een van die cd's waarvan ik me afvraag wat doet dit in godsnaam tussen de promo's voor blastbeat. Deze groep heeft meer weg van de groep U2 dan van een metalband. Maargoed, over naar de groep zelf. Alles is begonnen voor de groep in 1995, toen nog een coverband, die op tour ging voor populariteit. Maar na die tour vonden ze het tijd om hun eigen sounds af te werken en dat hebben ze ook gedaan. Je kunt ze goed vergelijken met U2 of zoals de pers het zegt: psychedelische rock. In 2004 hebben ze dan hun eerste album uitgebracht, een niet al te groot succes, maar toch geloven de producers in hen en zo kwam er dit album
Psychotheque. Een perfecte cd als je het even allemaal niet meer ziet zitten, en eens wat rustigers wilt luisteren. Nu naar de cd zelf. De cd begint met het nummer
Broken, een begin waarvan ik dacht: “damn zit ik hier naar U2 te luisteren of naar een metalband?”, wat ik eigenlijk verwachtte. Raar maar waar geen metalband, dus is het een traag begin met gitaarbeginsels van een typisch U2 nummer. Verderop in de cd heb je dan het nummer
Hullabaloose. Weer zo'n typisch nummer, er zit niet echt een lijn in deze cd, het enige wat je hoort is een rustige cd vol met gitaren en zang en waarschijnlijk een drummer die niet veel werk heeft. Dan het nummer
Psychotheque, ook de naam van de cd. Ik had verwacht dat het wat zou veranderen, nee, dus het blijft even slecht. Deze cd kan mij echt niet boeien. Ik weet niet wat jullie er van zullen vinden, maar dit is totaal niks voor mij. Nummer 7
ADS (Ayrton da Silva) was dan nog een van de betere nummers. Het is een nummer met de piano en zang, dat was dan weer wel een prachtig nummer. Bij het nummer
Beyond dacht ik dan weer “yes de metal komt”, maar nee, het begon hard en dan weer naar die typische stijl van de cd “rustige muziek”. Het laatse nummer
Broken (part 2) is zoals de titel al zegt deel 2, een vervolg op het eerste nummer. Niet veel goeds dus.
Besluit: Koop deze cd enkel als het je interesseert, anders gewoon laten liggen.
(Maikel Maertens)
Recensione: Webzine
OsnaMetal -
(05.02.2007)
RECENSIONE - Bekanntheit ist für die Vier mehr oder weniger noch ein Fremdwort, aber immerhin haben sie schon im nationalen Bereich an Festivals und Wettbewerben teilgenommen. Im Januar 2006 kam nun endlich das erste Album “Psychotheque” auf den Markt, welches mit elf Tracks auf sich aufmerksam gemacht hat. Eher langsam beginnt die Scheibe mit dem Eröffnungssong “
Broken”. Spezifisch für SHW, so wird bald klar, ist eine hohe Emotionalität gespickt mit ruhigem Gesang und traurig anmutenden Melodien, in denen die Gitarre in den gesangsfreien Passagen als Stimmungsträger zu zählen ist. Das Piano findet ebenfalls oft Anwendung, hat in “
ADS (Ayrton da Silva)” zudem noch eine Schlüsselrolle, da es als dominierendes Musikmittel in den Fordergrund tritt. Besonders eingängig ist der Gesang, der mit einer wenig motivierten Prägung vorgetragen wird, so zum Allgemeinbild beiträgt. Die Tonhöhe ist dabei im Durchschnitt relativ hoch, was den Hörer leicht an ein Jaulen erinnern kann, dass dient aber keines Falls als Kritikpunkt. Wenn man im Text versucht nach richtungweisenden Elementen zu suchen, kommt man leicht an Auszüge, in denen es zum Beispiel heißt “Everything seems so far” ([Aus: “
Clashemotions”]übers:“Alles scheint so weit”). Diese Auszüge stehen meist in einem tragischen Kontext, der somit an Musik und Gesang anknüpft. Alles in allem sei gesagt, dass die Sache ein wenig alt klingt und einem wenig neu erscheint. Wer aber traurige Balladen mag oder Lust auf Tragik verspürt, der ist bei SHW an der richtigen Adresse! Drei Gitarren. (3/5)
(Gou)
Recensione: Webzine
FoMP -
The forward thinking youth... (29.01.2007)
RECENSIONE - SHW bieten uns auf ihrem ersten Langspieler eine sehr entspannte Mischung aus rockigen Klängen und poppigen Melodien. Sie gehen stark in Richtung Keane, was nichts Schlechtes bedeuten soll. SHW haben definitiv ein Händchen für catchy Melodien: hier ein paar bratzige Gitarren, unterstützt von einem eher ruhig gehaltenen Schlagzeug, manchmal erweitert um Piano oder Synthie, und alles wird zusammengehalten von Roberto Bonazzolis prägnanter Stimme, die in ihren besten Momenten ein wenig an U2s Zauberstimme Bono Vox erinnert. Doch leider wiederholen sich SHW sehr stark und somit werden die guten Ansätze, die sie durchaus zeigen, leider wieder zerstört, denn spätestens nach der Hälfte der Songs kommt ein wenig Langeweile auf und man möchte den Rest höchstens noch im Fast Forward hören.
(Laudinho)
Recensione: Webzine
*poisonfree -
(07.01.2007)
RECENSIONE - Oh boy, was I prepared not to like this when flipping it into my player. The cover with some spacy, minimalist cover artwork, somehow screamed to me: Only listen to me when you are in a really good mood! I don't know why this was the case... maybe a strange instinct. However, I finally flipped the record in when I was in quite a good mood and what I heard was fairly regular rock music. The singer reminded me of a guy singing in a grunge band at times (just listen to the first song
Broken and tell me you don't see Eddie Vedder in front of your imaginary eye) but manages the obligatory mellow, ballad-esque stuff, pretty well too. What is a stand out point of SHW is the constant use of Keyboards within their sounds, adding a hypnotic at times even electronic feeling to their rock songs, making me think of Muse. Well, at the end, my good mood wasn't really all that necessary as Psychotheque is executed solid for what it is. Nevertheless I gained little enjoyment in the disc, and leave this keyboard driven rock stuff to the guys that can handle it.
Recensione: Webzine
Sentire Ascoltare -
(26.12.2006)
RECENSIONE - Immediato quanto ovvio il termine di paragone che sovviene ascoltando Psychoteque degli SHW: un amore - peraltro dichiarato anche dalle note stampa - per quello che ormai viene universalmente riconosciuto come (pop) rock alla U2, con tanto di chitarre in crescendo prese in prestito da The Edge, decolli verticali della voce degni del miglior Bono, linee di basso semplici quanto martellanti. E pare inizialmente venir confermata l'impressione di trovarsi davanti all'ennesima “band tributo” della formazione irlandese, in particolare da brani come
Broken e
Epochal Babel. È necessario calarsi un pò più in profondità per cogliere tuttavia la vera essenza della musica, divisa tra i territori bui di certa new wave anni '80 e le vette luminose di un pop malinconico parente stretto - se non negli arrangiamenti, di certo nelle melodie - dei Coldplay più ruffiani.
Psychotheque e
Sleepwalkers -, l'esempio di illustri professionisti dello “struggimento” come gli Starsailor -
Clashemotions e
Beyond - e spinte strumentali accessorie.
Ben suonato e con più di uno spunto interessante, Psychotheque corre il rischio, in alcuni frangenti, di perdersi piacevolmente tra gli innumerevoli e ingombranti riferimenti, preferendo accennare invece di dire, abbozzare invece di tratteggiare con chiarezza e rinunciando a mostrare con determinazione il proprio carattere. Un vizio di forma, più che un difetto, tuttavia incontrovertibile. (6.5/10)
Recensione: Webzine
Brutalism -
For your pain and pleasure (07.12.2006)
RECENSIONE - SHW started in 1995 with playing covers on stage but they changed to write their own tunes. And now, in 2006, they release their debut “Psychotheque”. As I am not familiair with this kind of music I have to say something about this. The songs are driven on a easy and calm guitar riff and with clean vocals. Tempo is more tempo paced ballads and sounding a bit psychic rock. An album that sounds all the same to me but I am open for listening to new bands. An album that is more for quiet moments in a stressfull day...
Recensione: Webzine
Lift -
Music & books (05.12.2006)
RECENSIONE - Immediato quanto ovvio il termine di paragone che sovviene ascoltando Psychoteque degli SHW: un amore - peraltro dichiarato anche dalle note stampa - per quello che ormai viene universalmente riconosciuto come (pop) rock alla U2, con tanto di chitarre in crescendo prese in prestito da The Edge, decolli verticali della voce degni del miglior Bono, linee di basso semplici quanto martellanti. E pare inizialmente venir confermata l'impressione di trovarsi davanti all'ennesima “band tributo” della formazione irlandese, in particolare da brani come
Broken e
Epochal Babel. È necessario calarsi un pò più in profondità per cogliere tuttavia la vera essenza della musica, divisa tra i territori bui di certa new wave anni '80 e le vette luminose di un pop malinconico parente stretto - se non negli arrangiamenti, di certo nelle melodie - dei Coldplay più ruffiani.
Psychotheque e
Sleepwalkers -, l'esempio di illustri professionisti dello “struggimento” come gli Starsailor -
Clashemotions e
Beyond - e spinte strumentali accessorie.
Ben suonato e con più di uno spunto interessante, Psychotheque corre il rischio, in alcuni frangenti, di perdersi piacevolmente tra gli innumerevoli e ingombranti riferimenti, preferendo accennare invece di dire, abbozzare invece di tratteggiare con chiarezza e rinunciando a mostrare con determinazione il proprio carattere. Un vizio di forma, più che un difetto, tuttavia incontrovertibile.
Fabrizio Zampighi
Recensione: Webzine
Metal Wave -
(28.11.2006)
RECENSIONE - Il Dio del Metallo mi sta punendo. Il Dio del Metallo sa che sono in un ritardo siderale con le recensioni e perciò ha deciso di punirmi rendendomi la vita difficile... Il Capo è magnanimo... Il Dio del Metallo no.
Quale sarebbe la punizione attribuitami dalla vendicativa divinità? Ebbene... Per l'ennesima volta mi trovo in imbarazzo dovendo recensire un disco che di “metallico” ha ben poco e francamente sono piuttosto spiazzato. (“Giusta punizione, lavativo!” sento tuonare dall'alto...)
Facezie a parte... Mi trovo a recensire il lavoro degli SHW, di cui non ho informazioni poichè assieme al disco non mi ` giunta la bio... Suppongo che una semplice ricerca sul web potrebbe fornirmi una consistente illuminazione in merito, ma in fondo devo parlare del loro disco, mica scrivere la loro storia!
La prima cosa che ti viene in mente ascoltando Psychotheque ` "Cacchio... Gli U2!!". Non me ne vogliano i ragazzi della band, ma le aderenze al quartetto irlandese sono evidenti e credo anche volute e ricercate.
La musica degli SHW è molto emotiva, basata su atmosfere dilatate, eteree con arpeggi melodici che si intrecciano con una voce degna (e questo vuol essere assolutamente un complimento) del miglior Bono.
I suoni e gli arrangiamenti sono molto curati, veramente apprezzabili anche da chi non ama particolarmente il genere proposto. I pezzi sono dinamicamente omogenei e di buona qualitè. La registrazione è molto buona.
Insomma... Si tratta di un album e di un gruppo qualitativamente validi che mi sento di consigliare agli amanti degli U2 e dintorni... Per quanto mi riguarda siamo anni luce dal mio praticello e di conseguenza, anche se in gioventù ho ascoltato gli U2 fino ad
Achtung Baby compreso, non posso amare visceralmente il lavoro degli SHW.
Spero che il Dio del Metallo abbia apprezzato i miei sforzi... Prometto di consegnare le recensioni con maggior puntualità, però un pò di Metal me lo merito adesso... O no? (69/100)
(Darth Ghisus)
Recensione: Webzine
Eutk.net -
(23.11.2006)
RECENSIONE - Da Cremona arriva questa vera e propria cover band degli U2, alias gli SHW, gruppo qui al debutto sulla lunga distanza. Già dopo poche note dell'iniziale
Broken non si può fare a meno di notare l'impressionante somiglianza del sound dei lombardi con la band di Bono e soci, il tutto accentuato dal singer Roberto Bonazzoli che fa il verso alla rockstar irlandese, mentre il chitarrista Diego Capelli setta la sua chitarra su un mood che è tradizionale trademark di The Edge. Il senso di deja-vù è accentuato dalla successiva
Epochal Babel, forse un filino più liquida e crepuscolare. Solo più avanti si avverte che a band ha anche altre influenze, comunque risalenti all'area british pop/rock di
Simple Minds o ai più recenti
Coldplay e
Keane. Di certo la raffinatezza non manca a questo disco, il cui titolo “Psychotheque” vuole forse richiamare certe digressioni di stampo psichedelico di pezzi come
Sleepwalkers o certa malinconia vespertina di
“Clashemotions”.
Beyond tratteggia scenari più oscuri, quasi affini a certa darkwave di inizio anni '80. In definitiva un disco che, pur non essendo il voto alto, per ovvie questioni legate alla propria originalità intrinseca, colpisce per lo spessore delle canzoni le quali sono davvero ottime, ricche di feelings. Se apprezzate gli U2 più emozionali questo “Psychotheque” è il disco che fa al caso vostro. (6,5)
(Luigi “Gino” Schettino)
Recensione: Webzine
Born To Die'zine -
(10.11.2006)
RECENSIONE - SHW to Wloska formacja znajdujaca sie pod opieka Wloskiej Agencji Promocyjnej Alkemist Fanatix Europe. Zespól troche odbiega od moich fascynacji muzycznych, aczkolwiek otwarty jestem na rózne propozycje muzyczne i postaram sie poradzić sobie z recenzja albumu “Psychotheque”. A mianowicie muzyka jaka prezentuja Wlosi, to jak dla mnie jest to delikatny nostalgiczny zabarwiony spokojnym mrokiem rock mocno nacechowany wplywami U2 (co slychać w barwie wokalnej i aranzacjach). Moze miejscami wydaje mi sie jak slysze podobieństwa do PEARL JAM, innym razem do THE CURE, czy PLACEBO, dodalbym jeszcze podobieństwa do spokojniejszych kawalków wspólczesnej ANATHEMY. Nie sa to moje rejony muzyczne ale musze przyznać, ze jezeli ktoś lubi spokojna melancholijna muzyczke plynaca delikatnie, troche umiarkowanie, czasem nawet lekko wzburzona emocjonalnie to jest to muzyka dla niego. Oczywiście kompozycje oparte sa glównie na spokojnych gitarowych aranzacjach (typowych dla zespolów wzorujacych sie na U2), lekko psychodelizujacych, wysycanych delikatnymi solówkami i glównie lagodnym nostalgicznym śpiewem. Czasami pojawiaja sie mocniejsze gitarowe uderzenia czy nawet cześciej klawiszowe partie. Chociaz czym bardziej wsluchuje sie w ten album to zaczyna mi sie on bardziej podobać. Jest taki kojacy, jakby delikatnie unosil na spokojnym wietrze a przede wszystkim bardzo nostalgiczny - co lubie.
(Gnom)
Recensione: Webzine
Legends Magazine -
The Darker the Music - The Brighter the Mind (28.10.2006)
RECENSIONE - Coming off as a more boring and impotent version of D.U.S.T., Gene Loves Jezebel or other similar goth-to-glam style rockers, Psychotheque don't seem to have the staying power to be more than a flash in the pan. Well made and crafted, they just lack that spark that would uphold them as a group to be noticed and adhered to. It's just “more of it”, I'm afraid, even if Roberto Bonazzoli has a good voice and guitarist Diego Capelli, bassist Stefano Sarzi and drummer/pianist Graziano Capelli have good masterful control over their respective weapons.
This is a difficult review to write. I have nothing really negative to say about Psychotheque, but I don't have anything rivetingly new to say about them either as they're a good band playing stuff not rivetingly new sounding.
Epochal Babel is a great 4/4 ballad with deep guitars laced against soft touch percussion, but so are a lot of things. Roberto's vocals reach well and carry nicely. The guitar solo that closes the song out is well played, if standard fare.
The synth/guitar combo riff in
Hullabaloose is cool, but by this point I'm wandering mentally. A perfect example is the fact that I've already begun the next CD review lead in by the time track four,
Psychotheque, as arrived with its ghostly woo-woos and slow rock movements. Sleepwalkers has a nice piano movement in it, a soft melody reminiscent of the Aston brother's lighter moments. The latter tracks of SHW actually become overall soft, brooding and laced with melancholy.
So that's my take on Psychotheque's SHW. It's good, but it doesn't inspire me beyond things I've already heard that are also good.
(Marcus Pan)
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Powermetal -
(13.10.2006)
RECENSIONE - Nicht zu verwechseln mit den ebenfalls aus Italien stammenden SKW kredenzen uns SHW eine sehr entspannt klingende Melange aus fast schon poppig anmutenden Melodien, alternativen Rockklängen und einer Menge düsterer Rock-Sounds. Bereits seit 1995 ist diese Truppe aktiv und nun legt SIE mit “Psychotheque” zum zweiten Mal Zeugnis ihrer musikalischen Fähigkeit in Form einer Veröffentlichung ab. Immer wieder durchziehen die Herrschaften ihre Kompositionen mit wunderschönen Melodien, ebenso häufig kommt aber auch ihre Affinität für eher dunkle Melodien zum Vorschein. Wer sich ein sehr entspanntes Gebräu aus HIM, Brit-Pop der 90er Jahre und einer dezenten Dosis Rock im Sinne von im Moment angesagten Bands aus den Staaten vorstellen kann, sollte zur erweiterten Zielgruppe von SHW zählen und sich besagtes Album zulegen, dem eigentlich mit Ausnahme eines (oder mehrerer) zwingender Hits nichts für die Beachtung auf internationaler Ebene fehlt.
(Walter Scheurer)
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Maelstrom -
Covering the world's metal and independent music scenes (01.10.2006)
RECENSIONE - The first track of this album (
Broken, which has appeared on a couple of compilations in Italy prior to the release of this album) made me think of U2. Soaring vocals, those distinctive guitars - SHW nailed the sound. Upon hearing the second track, I wonder if the divide between Italian rock and what I'm used to calling rock is as unbridgeable as it sounds to me now. I wonder whether I can appreciate something that seems to strike a number of disharmonious chords for me, since I have little context in which to frame Italian rock. Does it all sound like this, a bizarre melange of '80s metal-vamping and heavy synth? I feel trapped in a “21 Jump Street” episode. And yet. There are parts of most tracks that intrigue - the synthesizers on
“Hullabaloose” are played to good effect at the beginning, but then return with too much force in the body of the song, particularly during the chorus. I find myself enjoying the intros to songs, then wanting to turn away as each number progresses. But there are moments. The chorus on the title track is quite lovely, for me the highlight of the album.
Beyond steps outside of the old-school mold and suggests that there is more to listen to here, but not necessarily by me. (5/10)
(Larissa Parson)
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Kathodik -
(25.09.2006)
RECENSIONE - Dopo oltre una decade di attività ecco l'esordio dei mantovani SHW intitolato “Psychotheque”, undici brani di rock pop di stampo brit, infarcito di tastiere e con sprazzi di grunge e parenti posticci: certo si notano sin dal primo ascolto l'ottima coesione dell'insieme e la curatezza degli arrangiamenti, ma altrettanto facilmente emergono influenze e affinità spesso sopra le righe, prima tra tutte quella degli U2, specie nella voce e nelle linee e timbri di chitarra che ricalcano fedelmente quelle di Bono e The Edge (esemplari
Epochal Babel e soprattutto l'iniziale
Broken, che si sviluppa poi in un equilibrio tra il Liverpool sound di
Echo & The Bunnymen e
Teardrop Explodes depsichedelicizzati, e il tipico sound “grezzo ripulito” alla
Creed e affini); a seguire vengono i
Muse, con linee melodiche che spesso e volentieri richiamano alla mente la band di Bellamy:
Hullabaloose, forte di insolite progressioni funk che riescono a farsi spazio tra elettroniche nebbie oniriche, e il breve ma elegante duetto di piano e voce di
ADS (Ayrton Da Silva), dedicata al grande pilota scomparso nel '94; per finire un qualcosa dei
Pearl Jam, sempre nella voce: in
Psychotheque e
Sleepwalkers sembra davvero di ascoltare la voce di Vedder distesa su un morbido tappeto di grunge glacializzato da dosi abbondanti di tastiere. Sono invece meno definibili a livello di influssi
Beyond e
Missing, in cui finalmente gli SHW suonano come gli “SHW”, e si può apprezzare il loro sound senza essere distratti e disturbati da fantasmi spesso troppo invadenti. Il problema, se di problema si tratta, è tutto qua. (3/5)
(Alessandro Gentili)
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Underground Empire -
the online empire (24.09.2006)
RECENSIONE - Nicht zu verwechseln mit den ebenfalls aus Italien stammenden SKW kredenzen uns SHW eine sehr entspannt klingende Melange aus fast schon poppig anmutenden Melodien, alternativen Rockklängen und einer Menge düsterer Rock-Sounds. Bereits seit 1995 ist diese Truppe aktiv und nun legt SIE mit “Psychotheque” zum zweiten Mal Zeugnis ihrer musikalischen Fähigkeit in Form einer Veröffentlichung ab. Immer wieder durchziehen die Herrschaften ihre Kompositionen mit wunderschönen Melodien, ebenso häufig kommt aber auch ihre Affinität für eher dunkle Melodien zum Vorschein. Wer sich ein sehr entspanntes Gebräu aus HIM, Brit-Pop der 90er Jahre und einer dezenten Dosis Rock im Sinne von im Moment angesagten Bands aus den Staaten vorstellen kann, sollte zur erweiterten Zielgruppe von SHW zählen und sich besagtes Album zulegen, dem eigentlich mit Ausnahme eines (oder mehrerer) zwingender Hits nichts für die Beachtung auf internationaler Ebene fehlt. (8)
(Walter Scheurer)
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Metal Centre -
(20.09.2006)
RECENSIONE - SHW is Italian formation from Italian Promotive Agency Alkemist Fanatix Europe. The team runs away from my musical fascinations a bit, although I am open for different musical proposals and I will try to do the review of album “Psychotheque”. And namely - The music what present the Italians is for me like the gentle nostalgic colored calm darkness Rock which is strongly marked influences of U2 (what is hearing in the sound of vocal and in the arrangements). It seems sometimes I hear similarities to PEARL JAM, another time to THE CURE or PLACEBO, I would add similarities to calmer pieces of present ANATHEMA yet. These musical regions are not for me but I have to admit if someone likes the calm melancholy music natant gently, a bit moderately, sometimes even choppy emotionally then this is the music for him. Obviously the compositions mainly are based on the calm guitar arrangements (typical for bands follow the example of U2), lightly psychedelic, impregnated the gentle solos and mainly the gentle nostalgic singing. Sometimes here stronger guitar knocks appear or more even often keyboards parties. Though as I more listen intently in this album then it make me more pleasure. It is such soothing, as would raising gently on calm wind and first of all it's very nostalgic - what I like..
(Gnom)
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Walls of Fire -
Metal mag (12.09.2006)
RECENSIONE - Stellt euch vor, Jean Pütz würde in seiner (ehemaligen) Sendung “Hobbythek” Musik machen. Ganz überraschend kommen Chris Cornell, Chris Martin und Bono (Klingt wie das Line-Up für ein weiters Live Aid.) vorbei. Sie setzen sich hin und jammen ein wenig, irgendwann beginnen sie Halluzinogene zu nehmen und haben die tollsten Einfälle. Jean bastelt Instrumente und Aufnahmegerät aus alten Bierdosen, Radios und Löffeln, und hält diesen Moment für die Ewigkeit auf CD fest. So oder so ähnlich muss es gewesen sein, als sich “SHW” (aus Italien) zusammengesetzt haben und “Psychotheque” am Reisbrett entworfen haben. “Psychotheque” zeigt sich als durchdachtes Album mit verschiedenen Einflüssen, welche die Musik keineswegs interessanter machen. “SHW” bieten auf “Psychotheque” keinesfalls mehr als gutes Mittelmaß. Die Produktion ist gelungen, aber die Songs zünden nur bedingt. Wer auf psychotische Rockballaden steht sollte schnellstens zugreifen. Alle anderen sollten die Finger von “SHW's” “Psychotheque” lassen. (2,5/5)
(Ay Jay)
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Ondalternativa -
(12.09.2006)
RECENSIONE - Mi trovo in seria difficoltà nel recensire l'album degli SHW. Questi ragazzi nel loro debut dal titolo “Psychotheque” mostrano una buona padronanza dei rispettivi strumenti, ma una totale assenza di inventiva. Basta inserire il cd nel lettore per rendersi conto di come la proposta dei Nostri non sia nient'altro che un copia esatta dei peggiori U2 (band sopravvalutata da pubblico e critica) e quindi risulta arduo dare un giudizio esente da critiche dovute a questa eccessiva similitudine tra le due band. Potreste dirmi che ormai nessuno è pił originale, ma potrei sciorinarvi un elenco di band valide ed innovative nel panorama rock/metal contemporaneo da farvi rizzare i capelli... uno su tutti (tanto per rimanere in tema “influenze U2”) : i romani Klimt1918. C'è ben poco da dire su questo disco, se amate la band di Bono Vox lo troverete estremamente interessante, se invece li odiate a morte, stessa sorte riserverete agli SHW. Un solo consiglio ai ragazzi, personalizzate la vostra proposta per aprirvi ad un pubblico più vario, così limitate il vostro campo d'azione e visto che la qualità c'è, perchè non sfruttarla a dovere?!? (2/5)
(Spreka)
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Allschools Network -
(29.08.2006)
RECENSIONE - SHW kommen aus Italien und bringen, nach einer EP, jetzt ihr Debüt raus, dass “Psychotheque” betitelt ist. Geboten werden einem 11 Tracks, die musikalisch in eine Indie/Rock/Pop-Ecke gehen. Ach ja, was SHW bedeutet hat sich für mich noch nicht so erschlossen, für die Band anscheinend auch nicht, jedenfalls habe ich auf der Homepage der Jungs keinen Hinweis auf den Bandnamen gefunden. Nach dem ich das Album nun schon dreimal gehört habe, finde ich immer noch nichts Besonderes an der CD. Der Sänger hat eine nette Stimme, die mich an manch einer Stelle an Reamon denken ließ, auch die Musik lässt sich so am besten veranschaulichen. Klingt alles ein bisschen gediegener und ist kommt ganz gut produziert rüber, wird aber keinen vom Hocker reißen der auf Indie-Sounds steht. Die Songs an sich haben alle ein sehr vorhersehbares Schema, dass keine Überraschungen in sich birgt. Ganz gut gelungen sind die verträumten und sehr atmosphärischen Keyboard-Parts, die das eine, oder andere Mal die Vorhersehbarkeit der Songs aufbrechen. “Psychoteque” ist ein eher durchschnittliches Rock/Pop-Album, dass sich mal Leute anhören sollten, die auf Reamon und U2 stehen. Von mir gibt's 5/10 Punkte, da mich die Platte nicht wirklich begeistern kann. (5/10)
(Dario)
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Music Square -
inside the sound (29.08.2006)
RECENSIONE - Fin dall'introduttivo pezzo (intitolato
Broken) di questo lavoro si notano le svariate influenze molto facilmente percepibili di gruppi come U2 e Radiohead, quindi a cavallo fra un rock canonico e un progressive pop condito di idee innovative e originali.
La produzione di suddetto lavoro non è di quelle più professionali, ma riesce comunque a rendere i pezzi molto godibili e fluidi, senza troppi intoppi che potrebbero finire con il trasformare questo lavoro in un vero “mattone” da digerire.
Man mano che si procede nell'ascolto si apprezzano sempre di più le prestazioni dei singoli musicisti coinvolti, fra tutti particolarmente quella del chitarrista Diego Capelli (Brick), anche cantante della band e in possesso di discreta tecnica e perizia in entrambi i campi. Buoni gli (seppur pochi) assoli e le melodie vocali, che presentano innovazioni perfino dal punto di vista dell'effettistica usata in studio come si può apprezzare su “
Hullabaloose”, atta a trasformare il tutto in qualcosa che possa colpire sempre di più l'ascoltatore.
La chitarra di Diego ha in generale una scelta sempre azzeccata dei suoni, a partire dalle ritmiche pulite per arrivare ai crunch più graffianti e ai soli più impegnativi e struggenti e accompagnati dai tappeti di tastiera stesi da Roberto Bonazzoli (Bona Head), anch'esso impegnato, oltre che al proprio strumento, alla voce: questo per far sì che la differenziazione delle voci possa creare armonie in più punti che scorrono talmente bene da poter essere quasi non notate se non si presta particolare attenzione.
Nota assolutamente positiva anche per la sezione ritmica a cura di Stefano Sarzi (Japo) e Graziano Capelli, basso e batteria della formazione che, seppur non eccessivamente impegnati per tutta la durata del disco, svolgono il loro lavoro egregiamente e senza eccessive sbavature. Segno di una costanza sullo strumento che andrà sicuramente premiata dai risultati che potranno essere raggiunti da questo gradevole full lenght album, durante questi quaranta minuti abbondanti di rilassamento in balia delle note sognanti del quartetto nostrano... (7⁄10)
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Rock Eyez -
(18.08.2006)
RECENSIONE - Italian rockers SHW possess the unique ability to mimic the highly acclaimed U2. Their front man Roberto falls short of the vocal power of Bono. Roberto's voice has charisma and I am sure that fans adore him. At the same time, you don't want to be a
“wannabe copy band” that even has The Edge style guitar licks. One thing will also hold SHW down is finding information on the band in English, it is almost impossible! Not even from their official website or their MySpace. I couldn't even find out what SHW means!! Let's get to some of the disc. “Psychotheque” which I must say is a good CD especially if you're a U2 fan. The flare of writing cool tunes is one of the things I really like about SHW and the first two tracks "
Broken" and "
Epochal Babel" will keep you enticed to keep those headphones on. At the same time I'm not going to sit here and tell you that this release rocks. This is more of a progressive style CD that will motivate your mind in meditation and bring you to a place and time. With so many thoughts, a tear might just come to your eyes of past memories.
“Clashemotions” is another good tune that gives some more feelings that will have you thinking. As I said this is a good CD, but SHW needs to take it to another height by adding a few songs with more punch. The CD is to level and you don't get those few songs that add a bit of heavier sound or a chorus that adds excitement jumping out at you. I liked the CD but I don't see myself listening to it over and over again. (3/5)
(Brian Rademacher)
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MetalGlory -
(12.08.2006)
RECENSIONE - Da mir über das vorliegende Album keinerlei Informationen vorliegen, kann ich lediglich mutmaßen und mich ansonsten auf die Musik beschränken. Bei SHW haben wir es mit vier Italienern (Bitte keine Kalauer bezüglich der WM. In vier Jahren wird abgerechnet!), namentlich Roberto Bonazzoli (Vocals, Keyboards), Diego Capelli (Guitars, Vocals), Stefano Sarzi (Bass, Guitar) und Graziano Capelli (Drums, Piano), zu tun. Sie bewegen sich mit ihren Keyboard- und Gitarrenorientierten Sounds stark an Bands wie U2 oder auch den Spaniern Heroes del Silencio. Gleich der Opener
Broken zeigt eindeutige Tendenzen zu U2 auf und lässt die Frage aufkommen, wer das braucht. Sicherlich ist der Song als solches nicht schlecht, aber wer braucht eine Kopie? Auf dem technischen Sektor hat die Band alles richtig gemacht. Angefangen von der Beherrschung ihrer Instrumente bis zur transparenten Produktion, zeigen die Italiener ihre Vielfältigkeit, aber auch gleichzeitig ihre Eingeschränktheit im Songwriting, auf. Würde es eine Band wie U2 nicht schon geben, hätten die Jungs sicherlich ein gewisses Potential, aber so bleibt doch immer ein schaler Beigeschmack. Reine Kopierer braucht kein Mensch. Besinnt euch auf eure Stärken und schreibt eigene Songs, dann klappt's auch beim Nachbarn.
Fazit: Nur für Fans, die alles was nach U2 klingt, haben müssen.
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The Nocturnal Battle of Chariots -
Metal and art webmagazine (06.08.2006)
RECENSIONE - “Psychotheque” to kolejna niespodziewana ale jakze wysmienita porcja rocka na swiatowym poziomie. Generalnie o wloskiej muzyce jest jeszcze cicho i poza kilkoma pop-gwiazdami niewiele sie mówi o tamtejszej scenie. Tymczasem ja jestem sukcesywnie zasypywany plytami wykonawców z tego kraju i póki co, kazdy z nich sprawia, ze bardziej przychylnym okiem spogladam na poludniowe krance Europy. SHW byc moze jest akronimem a moze tylko nieznaczacym nic szczególnego zlepkiem trzech liter. Mniejsza o to, bo jako zespól sa w tym co robia bardzo przekonywujacy. Plyta poza paroma eksplozjami dzwieków ("
Broken", soundgardenowski
"Hullabaloose") jest w znaczacej czesci bardzo stonowana i to takie kawalki jak marzycielski, ubarwiony klawiszem "
Sleepwalkers", nostalgiczny "
Epochal Babel" czy pozytywnie nakrecajacy sluchacza "
Beyond" ze znakomita partia solowa w koncówce odpowiedzialne sa za ksztaltowanie klimatu na albumie. A jaki on w zasadzie jest? Troche art rockowy, z jednej strony nieco regresywny, glównie ze wzgledu na organy hammonda, z drugiej progresywny, odwazny, taki jak zespól - stawiajacy sobie nowe wyzwania. Wszystko to sprawi, ze nie bedziecie zalowali czasu poswieconego na te wyjatkowo nasycona emocjami podróz z “Psychotheque”. Troche tutaj Nightingale mistrza Swano, sporo irlandzkiego U2 (wokalista ma momentami ludzaco podobna barwe do Bono, wiec nic dziwnego, ze to porównanie pojawia sie w co drugiej recenzji), ale takze i lagodniejszego oblicza Riverside - sami wiec widzicie, ze nie jest to pozycja nadajaca sie na ekstremalne imprezki skupiajace ekstremalnych ludzi. To raczej taki soundtrack, który ubarwi nasza szara rzeczywistosc, ukoi cialo i zmysly po ciezkim dniu, pomoze przetrwac trudne chwile. Dla mnie bomba! (8,5⁄10)
(KaReL)
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In Musica Underground stories -
(28.05.2006)
RECENSIONE - “Psychotheque” è un bel disco rock, arrangiato e registrato splendidamente per un prodotto altamente professionale. Un prodotto dalle potenzialità internazionali, dall'orecchiabilitą radiofonica che propone nei suoi 11 brani diversi possibili singoli altalenando ballate a suoni più ruvidi, escamotage nella elettronica e ritorni bruschi al pop. Un disco completo, possibile compagno dei nostri viaggi estivi ... un lavoro scritto, composto e suonato con grande maturità. “Psychotheque” fin qui potrebbe ricevere un voto molto alto ma così non è, infatti i ragazzi intingono, vestono, compongono e interpretano i brani alla maniera degli U2 ... certo se fossero una cover-band non ci troverei nulla di strano (anzi l'interpretazione è perfetta sopratutto nelle chitarre e nella parte vocale per le quali sembra davvero di avere a che fare con Edge e Bono Vox) ma per il sottoscritto questo è un grosso limite. Magari i ragazzi vanno fieri di ciò ed è loro intenzione perseguire questa strada (su una nota vengono indicati come gli "U2 italiani") ma personalmente ho una idea diversa perchè i brani mancano di ciò che più è importante per un musicista e cioè la personalità, ciò che davvero manca a questo “Psychotheque” nel quale tutto è finemente cesellato e griffato "U2" lasciando poco spazio all'interpretazione personale, alla novità di scoprire le vocalità reali di Roberto, i riff inediti di Diego e così via ... per il sottoscritto queste sono “assenze” pesanti perchè vietano all'ascoltatore di scoprire le reali potenzialità della band. Quello che posso dire (e lo ritengo ovviamente un mio modesto parere) è che se i ragazzi avessero “interpretato” le strade tracciate dagli U2 (anzichè seguirle come binari ferroviari) avrebbero trasformato “Psychotheque” da un buonissimo disco a un ottimo disco.
(Andrea Buongiorno)
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Metallo Italiano -
(11.05.2006)
RECENSIONE - Dopo undici, lunghissimi, anni di attesa, i nostrani SHW giungono finalmente al debutto discografico, coronando il sogno di tutta una carriera artistica. L'opera prima in questione, “Psychotheque”, racchiude in se tutte le evoluzioni e le mille sfaccettature di una band che, ora, si muove su territori gothic rock, senza dimenticarsi però della sua natura prettamente pop. In effetti, se da una parte lo spettro degli U2 è più o meno sempre presente nelle undici tracce di questo cd, è anche vero, però, che gli SHW costruiscono attorno a questa “massiccia” influenza musicale tutta una serie di escamotage stilistici e personali. Quello che ne esce fuori, alla fine, è una commistione piuttosto intrigante di generi ed umori, forse non sempre accattivante come si vorrebbe ma comunque piacevole e di facile assimilazione. Buoni brani come l'iniziale
Broken , dal refrain energico e d'impatto, e
Hullabaloose , pimpante e smaliziata, attestano quanto detto in precedenza, lasciando poco spazio ad inutili disquisizioni in materia. Quello che rattrista, purtroppo, di un lavoro come questo, è il fatto di non poter reggere il confronto con le compagini internazionali del settore, visto che la sua pecca più grande è proprio quella di non poter garantire qualità e quantità per tutta l'intera durata del disco.
(Maurizio Gabelli)
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Heavy-Metal.it -
(24.04.2006)
RECENSIONE - Questo "Psychotheque", debutto degli italiani SHW, è un disco carino ma a mio parere troppo derivativo per farsi notare. Le canzoni scorrono tutte piacevolmente (qualcuna più qualcuna meno, ma mediamente sono tutte orecchiabili) ed intrattengono senza difficoltà, tuttavia fanno scattare immediatamente il confronto con quello che deve essere il faro guida per questi ragazzi: gli U2. Lo spettro degli irlandesi aleggia infatti pesantemente durante tutto lo sviluppo dell'album (e d'altronde l'opener
Broken è programmatica in questo senso, infatti pur avendo il pregio di essere una canzone piacevolissima e molto gradevole da ascoltare, ha il non piccolo difetto di sembrare uscita direttamente da un disco di Bono e compagni), inoltre quando questa influenza si fa sentire di meno vengono alla mente altre band (come i Coldplay), il che non giova ad un giudizio critico sull'originalitą degli SHW. Molto altro da dire non c'è, i pregi e i difetti di “Psychotheque” sono tutti qua, si può aggiungere che ogni tanto il cantante non mi ha convinto del tutto (ma nulla di grave) e che
Sleepwalkers è un pezzo proprio carino che per un pò mi si è infilato in testa, ma a questo punto non saprei proprio di cosa altro parlarvi. In attesa dello sviluppo di una propria personalità assegno quindi agli SHW una sufficienza pienamente meritata, ma nulla di più. (6)
(Sauro Bartolucci)
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Metal Italia -
(20.04.2006)
RECENSIONE - Un chiaro e vivido tuffo negli anni '80, o meglio, nel lato più rock di questo decennio: si potrebbe riassumere così l'esperienza sonora di questi SHW, band italiana che registra questo lavoro per la New LM Records, dopo ben undici anni di gavetta musicale. Gli anni '80 risultano essere infatti la loro influenza principale, in particolare gruppi come gli U2 dei primi lavori ed i Simple Minds di sempre, li si sente echeggiare in ogni singola nota o vocalizzo, forse anche un pò troppo: il CD infatti rasenta quasi un tributo a queste due band, ed il gruppo emula le loro gesta al punto di perdere completamente in personalità, risultando totalmente incompatibile con gli stilemi sonori di oggigiorno. Parliamoci chiaro, presentare sonorità differenti dai canoni dell'ultimo decennio non è mai stato un difetto, soprattutto in quest'ultimo periodo, in cui la gran parte dei gruppi indie inglesi prende spunto dai tre decenni che hanno preceduto questo eclettico 2000. La differenza tra questi ultimi e gli SHW, però, sta alla base: un conto è prendere in prestito parte del sound, adattandolo ad un proprio stile personale, e mantenendo quel non-so-che di attuale, come hanno fatto gruppi come i The Killers o i The Bravery, un conto è produrre un lavoro che sembra uscito vent'anni fa, partendo dai singoli arrangiamenti fino ad arrivare all'equalizzazione dei vari strumenti, nonchè dei suoni dei synth. Al di là di tutto, il lavoro risulta compatto e i brani ben eseguiti, anche se purtroppo i ritornelli non riescono veramente a colpire, manca quel qualcosa che fa la differenza, quella vena compositiva in grado di trascinare veramente l'ascoltatore, qualità di cui invece i due gruppi a cui principalmente si rifà la band erano ben forniti. Insomma, ben fatto ma purtroppo terribilmente insipido. (6)
(Nicola Cerea)
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Silent Scream -
(24.03.2006)
RECENSIONE - Niente più alibi. Le rock band italiane sanno bene di non poter più contare su nessuna attenuante: se pretendono di essere messe sullo stesso piano di quelle estere, devono dimostrarlo con i fatti e non con le parole. Difficile riassumere in poche righe una questione così annosa e già ampiamente dibattuta. Di fatto c'è che, ascoltando gruppi come gli SHW, appare evidente che il gap fra il Belpaese ed il resto del mondo è ancora consistente, e soffre principalmente di dipendenza dai modelli esteri nonchè di provincialismo congenito. Per gli SHW la questione sembra chiara. È stato lungo il percorso seguito dal quartetto mantovano per dare forma compiuta a “Psychotheque”, il loro esordio ufficiale sulla lunga distanza. È iniziato nel lontano 1995, ma in undici anni non sembra essere stato recito il cordone ombelicale che li lega agli U2. A cominciare dal titolo dell'album, che rifà il verso (forse volutamente) a “Discothèque”, per continuare con le melodie e gli arrangiamenti, visibilmente mutuati da quelli del quartetto di Dublino. L'iniziale
Broken (anche primo singolo) può essere sintomatica in tal senso, palesando quelli che possono considerarsi i pregi e i difetti: da un lato la voce di Roberto Bonazzoli, che si prodiga (in qualche occasione anche in maniera goffa) nel tentativo di imitare alla lettera l'ugola di Bono, dall'altra una canzone efficace nel ricalcare gli stilemi classici degli U2, che potrà piacere anche al primo ascolto. Medesimo discorso può valere per
Epochal Babel o per
Clashemotions, mentre con
Sleepwalkers o
Missing sembra più vicino il modello britannico Coldplay/Keane. Una raccolta di canzoni che sottolinea l'assoggettamento tipico del fan duro e puro, e che non cerca in nessun momento una strada più originale. Questo non impedisce tuttavia di coltivare un sogno o, più realisticamente, di apprezzare una manciata di canzoni per quelle che sono, senza battersi necessariamente contro i mulini a vento delle grandi produzioni estere. (6)
(Flavio Ignelzi)
Recensione: Webzine
Rockit -
Tutta roba italiana (22.03.2006)
RECENSIONE - A prima vista “Psychotheque” mi suggeriva, per colori e temi della confezione, un genere di musica diverso, forse un rock con influenze elettroniche, magari di quello un pò retrò, ma senza alcun serio intento di recupero da modernariato. Invece, una volta messo nello stereo, ho avuto la forte impressione di trovarmi di fronte agli U2, quelli più melanconici, liquidi e narcotici, gli U2 di qualche annetto fa. Provate ad ascoltare
Epochal Babel e poi ditemi se le somiglianze non sono evidenti. Intendiamoci, gli SHW non sono una brutta copia degli irlandesi, affatto. Il gruppo lombardo, ad un impianto rock melodico ben consolidato e radicato, aggiunge una buona misura di progressive, cosa che contribuisce non poco a mantenere desto l'interesse dell'ascoltatore lungo tutto l'arco del disco. Disco che si rivela piacevole e ben realizzato, forse un pò parco nell'elargire episodi straordinari, ma comunque deciso e sopra la media. Se il gruppo riesce a mantenere questi livelli anche in sede di concerto non dubito costituiranno una gradita sorpresa per molti. Bravi.
(Andrea La Placa)
Recensione: Webzine
Indiezone -
Sounds and noises from the indie world (20.03.2006)
RECENSIONE - Psychotheque, Psychotheque,..Mm..mi ricorda qualcosa.....Ascolto i primi 2 brani
Broken e
Epochal Babel (veramente già dal primo, il secondo è di conferma) e.. ecco, gli U2 con Discothèque! (le somiglianze con quel disco son tante) in versione un pochino più rock, con vene malinconiche, proseguo l'ascolto e il disco si fa più psichedelico, non male la
title-track, quasi un pezzo wave.
Sleepwalkers è il pezzo che spingerei, il più “radiofonico” e orecchiabile.
Questa è la dimostrazione che,“chi la dura la vince”,gli SHW 4 ragazzi di Cremona son al loro primo disco, ma non sono dei novellini, anzi, è da 11 anni che suonano insieme e insieme pensavano a questo lavoro. La loro è una lunga gavetta fatta di tante cover (se vuoi suonar un pò in giro, cover devi fare), il loro è un sound che è un mix tra gli U2 di Discothèque e il Pop-Gothic dei Rasmus (la voce somiglia tantissimo mi auguro che sia solo una casualita, sarebbe triste se fosse uno sforzo voluto). Va bè,ok, qual'è il musicista che nei propri pezzi non fa sentir, consciamente o inconsciamente, le proprie influenze... mica tutti possono sempre farsi influenzare che so.. dai Led Zeepelin dai Who o dai Pink Floyd. A questi 4 ragazzi piacciono gli U2 i Coldplay (vedi i passaggi di piano) e i Rasmus e lo fanno sentire, se anche voi ascoltate queste band, di sicuro questo disco vi piacerà.
Tutto sommato un discreto disco anche molto ben registrato e ben fatto. Una mia personale critica stà nel fatto che, essendo italiani, magari provare a fare pezzi in italiano non sarebbe male, visto (sentito) anche, l'inglese un pochino maccheronico del disco, comunque è risaputo; se hai delle grandi ambizioni “l'italiano non ti da una mano” e gli SHW pensano in grande, con una mirata spinta promozionale potrebbero anche riuscirci.
(Alberto Naldini)
Recensione: Magazine
Losing Today -
The Indie Music Magazine (16.03.2006)
RECENSIONE - Le radici degli SHW non si fondano sulla moda effimera e passeggera di una estate, ma trovano linfa in oltre dieci anni di gavetta, passati in giro per l'Italia a suonare rock. “Psychotheque”, dunque, non è solo il loro album d'esordio, ma la celebrazione di un traguardo ottenuto esclusivamente grazie al frutto del loro lavoro. Ad un primo e superficiale ascolto questo disco potrebbe sembrare come il lavoro di una cover band dei Pearl Jam che rifà per questa occasione solo brani degli U2. Parte del problema è che oggi questo tipo di suoni non sono più considerati
cool, e di conseguenza tutto ciò che ce li ricorda tende ad essere bollato come derivativo, quando non addirittura datato. Ad essere onesti, questo rischio gli SHW lo corrono seriamente in diversi episodi del loro esordio, ma in altri danno prova di saper utilizzare le loro influenze in maniera assolutamente elegante ed efficace, come nel caso della rarefatta mini-ballata
noir di
ADS (Ayrton da Silva), della struggente
Missing, della robusta
Beyond, del singolo
Broken, e della
title-track che forse costituisce la vetta di questo onesto album d'esordio.
(Giacomo Marrone)
Recensione: Webzine
MusicBoom -
(14.03.2006)
RECENSIONE - Dopo undici anni di gavetta (il gruppo nasce nel '95), seguendo la consueta trafila di concerti a base di covers e partecipazioni a concorsi per gruppi emergenti, passando per la pubblicazione nel 2004 del demo “Psycho EP”, gli italiani SHW arrivano finalmente all'agognato debutto discografico, per merito dell'interessamento della New LM Records. La band definisce il proprio stile “gothic pop rock”; su pop e rock non abbiamo niente da ridire, ma il termine gothic in questo caso è un pò fuori luogo. La principale influenza sul songwriting del gruppo sono gli U2, per via in particolare dell'indirizzo melodico generale e della buona ugola di Roberto Bonazzoli, degno emulo di Bono, il tutto accompagnato da un certo retaggio new-wave (comune anche ai primissimi U2, in effetti) che dà alle composizioni un carattere crepuscolare e malinconico. L'influenza della band irlandese è evidentissima sin dall'iniziale
Broken, buon pezzo dove le vocals di Roberto e le chitarre col tipico delay alla The Edge richiamano il sound dei vecchi (e migliori) dischi di Bono e soci. “Psychoteque” si dipana quindi su variazioni di queste componenti di base, tra gli intrecci ricercati dell'ipnotica
title-track e la pił catchy
Clashemotions, che sono da segnalare tra i pezzi migliori dell'album; bella anche la brevissima
ADS (Ayrton Da Silva), toccante ricordo per piano e voce del pilota brasiliano tragicamente scomparso. Si infiltrano anche tratti vicini alle più recenti tendenze del pop-rock britannico stile Coldplay (vedi
Sleepwalkers), mentre maggior vigore viene offerto dalla solidità rock di
Beyond e
Mind Chambers. “Psychotheque” si rivela in sostanza un discreto atto d'esordio, non originalissimo in senso assoluto ma comunque interessante, con 11 brani in definitiva piacevoli all'ascolto e ben costruiti. Aggiungendo un pò più di personalità, le doti degli SHW non dovrebbero faticare ad incanalarsi in una direzione più matura che possa fruttar loro maggiori soddisfazioni. (3/5)
(Diego "The Mold" Moledda)
Recensione: Magazine
Freequency -
Magazine gratuito di musica (03.03.2006)
RECENSIONE - L'intro arpeggiato ed effettato di
Broken è un chiaro omaggio alle trame di The Edge, il timbro e certe declinazioni vocali ricordano da vicino Bono, e che ne dite della rima baciata del titolo dell'album con un vecchio singolo di successo degli U2 come
Discothèque? Detto delle influenze, e probabilmente delle grandi passioni degli SHW, passiamo ai risultati ottenuti da questa giovane band mantovana, qui all'esordio dopo una decina d'anni di sudata gavetta. I quattro sanno costruire le loro canzoni,
Epochal Babel si lascia cantare con piacere già al secondo ascolto, e più in generale il loro rock melodico sa catturare l'attenzione dall'alto della sua cura e semplicità. Meno impressionante il breve omaggio al pianoforte per un altro vecchio idolo degli SHW, Ayrton Da Silva, in arte Senna, immortalato in
ADS. C'è da lavorare, e guadagnare punti, soprattutto sul piano dell'identità. Ma forse è soltanto questione di tempo. (3/5)
(Gabriele Guerra)
Recensione: Webzine
Troublezine -
(02.03.2006)
RECENSIONE - Undici anni dopo l'esordio, gli SHW riescono a realizzare e pubblicare il loro primo album completo dopo un EP datato 2004. Il quartetto proveniente della zona del mantovano ha da sempre, come le note autobiografiche ricordano, seguito uno stile che si ricollega senza nascondersi agli U2. Tutto il disco d'esordio risente per intero della citazione storica verso la band irlandese e in qualche episodio bisogna dire che si avvicina (con tutti i limiti e il rispetto dovuto chiaramente). Gli aspetti migliori del cd sono sicuramente nella prima traccia,
Broken, che è anche il primo singolo scelto per il lancio, che però specie all'inizio suona in maniera U2 in modo quasi imbarazzante; nella quinta
Sleepwalkers, sicuramente bella, che se la fortuna assisterà il quartetto potrebbe risultare un trampolino di lancio non male e nell'ottava traccia,
Beyond, forse la migliore del cd, con un bel ritmo e un buon tappeto sonoro a renderla interessante. Per il resto il cd risulta comunque piacevole oltre che ascoltabilissimo, sconta però a mio parere il grave limite di mancare di quasiasi tipo di cambio di marcia: riprendiamo il primo singolo ad esempio, inizio bello, voce alla Bono + The Edge inequivocabile, però dopo iniziare bene, non cambia mai, rimane fissa senza cambiare ritmo, senza cercare di sorprendere minimamente, ecco perchè ho apprezzato
Beyond invece, perchè pur rimanendo fedelissima allo schema propone un finale con un bell'assolo, un cambio di stile, qualche sorpresa insomma. Ora, la scelta della fedeltà assoluta dall'inizio alla fine della canzone dello stesso ritmo e tempo può essere benissimo una scelta voluta, però gli SHW, che dimostrano di saper suonare nel cd, se non vogliono farsi etichettare come dei puri cloni degli U2, con tutti i limiti di carriera del caso, dovrebbero a mio parere inserire quel qualcosa di diverso che li renderebbe particolari, pur restando nei canoni di un genere assolutamente da e per la massa; ad esempio del citato, sempre nello loro note biografiche, influsso gothic-rock scandinavo ne ho sentito davvero poco, ed invece avrebbe potuto essere una buona occazione. Questo rimane un buon cd da chi ama gli U2 e per chi ama gli U2, nulla di più o di meno.
Recensione: Webzine
Kronic -
Encouraging Music Addiction Since 2002 (27.02.2006)
RECENSIONE - Dopo undici lunghi anni gli SHW, ex-Shadow inizialmente dediti a covers degli U2, toccano un sogno debuttando discograficamente con la romana LM Records. Presentati come una band gothic-pop-rock il quartetto voce/tastiere, chitarra, batteria/piano e basso in realtà è dedita ad una sorta di rock si pop ma che con il gothic non c'entra nulla. Sonorità che pagano un pesante pegno ai già citati U2, ma anche ad altre band rock, recenti (Oasis) e passate (the Who), grunge (Red Hot Chili Peppers) e dell'area psichedelica (Ozric Tentacles) e progressive (Area) anni '70. Influenze e suoni che miscelati insieme danno vita a questo album dalla lunga gestazione, ben 5 anni, che forse non colpisce per la sua originalità e nemmeno per le doti vocali di Roberto (che mi ricorda Chris Martin dei Coldplay) la cui pronuncia in inglese (più che altro impastata) non eccelle. Buoni intrecci di chitarre, tastiere e voce, interessanti melodie grunge vagamente malinconiche. “Psychotheque” non è nulla più che un discreto debutto discografico che scorre si fluido ma senza lasciarmi particolari emozioni e la registrazione un pò amatoriale (sembra poco più di un demo) non ha aiutato a migliorarlo. È probabile che gli SHW rendano molto di più dal vivo, ma quello che risulta più chiaro ed evidente sono gli ampi margini di miglioramento e perfezionamento che la band potrà raggiungere nel secondo lavoro. Aspettiamoli! (2,5/5)
(Davide Buongiorno)
Recensione: Magazine
Rumore -
(15.02.2006)
RECENSIONE - Hanno una lunga esperienza alle spalle, ma solo ora giungono all'incisione dell'agognato album d'esordio gli SHW. Il nome che salta subito in testa all'ascolto dei primi brani,
Broken e
Epochal Babel, è quello degli U2. Ma attenzione: degli U2 molto più rock, diluiti in una malinconia gothic che rende la sintesi finale originale ed emozionante. Da un certo punto di vista, complicandosi ancora di più le tessiture armoniche, potremmo anche parlare di new prog rock. All'ascolto ad esempio della title track. O di psichedelic pop, lasciandoci cullare dal pianoforte di
Sleepwalkers.
Beyond è invece più gothica; mentre
Mind Chambers combina una funk psychedelia con brumose atmosfere inglesi, e le combina ad effetto, con gusto impressionistico. Colpiti e sinceramente ammaliati dai cremonesi SHW. (4/5)
(Claudio Sorge)
Recensione: Magazine
Blow Up -
Rock e altre Contaminazioni (15.02.2006)
RECENSIONE - Può una proposta musicale lasciare largamente indifferenti, passare liscia senza nemmeno far sbuffare, non suscitare in definitiva alcuna sensazione, né positiva né sgradevole? Può. Specie se si configura come la resa didascalica di ore trascorse a visionare vhs degli U2 già mainstream e a riprovare gli immortali temi dei Floyd (
Epochal Babel) come un chewing gum insapore, spingendo ma non fino in fondo, svisando ma mai fino in fondo, e soprattutto senza che baleni un guizzo di personalità né perfino la surrettizia creazione di alcun mondo o immaginario nel quale sciogliersi con proprietà, che non sia quello, tristerrimo e minore, delle quasi cover band da birreria infrasettimanale. (5)
(Enrico Veronese)
Intervista: Canale TV Digitale Terrestre
Tele2000 -
(18.01.2006)
INTERVISTA - Canale TV Digitale Terrestre Tele2000
Tele2000
: Ci hanno contattato, sono di Cremona, dopo una lunga gavetta sono riusciti a pubblicare il loro primo disco "Psychotheque"
genuinamente entusiasti della loro avventura, nonostante le mille difficoltà che si incontrano, gli SHW:
SHW
: Purtroppo la situazione musicale in Italia è veramente difficile. Penso che il problema principale sia a livello culturale.
Non troviamo giusto che la musica non venga riconosciuta come bene culturale come in tutte le altre nazioni europee.
Questo fa sì che la gente spesso non valorizzi sufficientemente quello che è a tutti gli effetti un'espressione artistica.
In Italia sembra che abbiamo la pretesa di ascoltare musica senza spendere nulla!
Con questo non voglio dare ragione ai prezzi assurdi di certi dischi che sono senz'altro ingiustificabili,
ma troppe persone si nascondono dietro a questa scusa per scaricare illegalmente brani facendo in modo che gli artisti prima o poi non abbiano più modo di andare avanti.
Può sembrare strano ma alla fine chi ci rimette in primis è proprio il musicista.
Un altro problema è legato ai gestori dei locali che spesso sono incompetenti, da un po' di tempo a questa parte hanno pretese assurde riguardo ai "cachet" delle bands che vengono trattate in maniera secondo noi poco dignitosa.
C'è la brutta abitudine di non considerare il musicista come un lavoratore a tutti gli effetti.
Se poi aggiungiamo il problema sempre più in crescita delle cover bands...
parlando con musicisti e persone dell'ambiente musicale, siamo venuti a conoscenza di dati piuttosto drammatici, pensa che siamo la nazione con il numero più elevato di cover bands al mondo e la vendita dei dischi è stata subissata dalle suonerie per i cellulari!? Questi dati ti fanno capire come può essere semplice proporre musica nuova...
Tele2000
: Cercate di descrivere il vostro disco e la vostra musica ad una persona che non lo ha mai ascoltato.
SHW
: Premetto che siamo molto autocritici e difficili da accontentare! A parte tutto, sì siamo soddisfatti del risultato finale.
Come hai detto prima, ci sono serviti diversi anni di attività per produrre questo disco che è frutto di un lavoro iniziato nel 2000 e concluso praticamente due anni fa! Teniamo a specificare che ci siamo formati nel 1995 ma abbiamo cominciato a comporre musica propria nel 1999. I primi anni ci sono soprattutto serviti per creare quel feeling indispensabile ad una band che si possa considerare tale. Detto questo, troviamo veramente difficile descrivere il nostro primo lavoro, possiamo dirti che altri hanno definito il nostro genere come Gothic Pop/Rock che tradotto vuol dire una miscela di influenze di rock bands britanniche unite alle grigie atmosfere melanconiche della scena musicale scandinava.
Non è un concept-album anche se tutti i testi parlano e raccontano esperienze realmente vissute dai componenti della band,
mentre il "sound generale" si mantiene piuttosto crepuscolare ed introspettivo con linee vocali melodiche e qualche momento di suono puramente "grunge".
Tele2000
: 10 dischi per la vostra isola deserta.
SHW
:
- THE BENDS dei Radiohead
- JAGGED LITTLE PILL di Alanis Morissette
- BLOOD SUGAR SEX MAGIC dei Red Hot Chili Peppers
- LIES dei Guns and Roses
- WAITING FOR THE SUN dei Doors
- OUT OF TIME dei REM
- MELLON COLLIE AND THE INFINITE SADNESS degli Smashing Pumpkins
- THE DARK SIDE OF THE MOON dei Pink Floyd
- LIVE AT WEMBLEY '86 dei Queen
- ORIGIN OF SIMMETRY dei Muse.
Tele2000
: Di dove siete? siete disponibili a suonare dove?
SHW
: Beh, siamo tutti e quattro della provincia di Cremona quindi Lombardi. Naturalmente siamo disposti a suonare ovunque! Sarebbe grave se non fosse così!? Il nostro intento è quello di comunicare attraverso la musica con più gente possibile di qualsiasi città, regione, nazione... siamo degli inesauribili comunicatori!
Tele2000
: E vostre reali aspettative per questo progetto, vi aspettate di? ritagliarvi un lavoro? divertirvi e basta?
SHW
: Abbiamo sempre preso la musica molto sul serio fin dai primi giorni che ci trovavamo in sala prove e non sapevamo mettere assieme neanche un accordo!? Ribadisco che la musica è prima di tutto un'espressione artistica e dunque va trattata con il massimo rispetto. Detto questo, dovrebbe essere piuttosto chiaro il fatto che ci piacerebbe farla diventare una vera e propria attività, un lavoro senza però dimenticare di divertirci e di divertire! Per questo progetto abbiamo aspettative molto grandi ma siamo comunque coscienti del fatto che, con Psychotheque, abbiamo messo solo il primo tassello verso una scalata molto ardua.
Recensione: Portale musicale
CityMusic.it Emergenza Musica -
(17.01.2006)
RECENSIONE - Sin dall'opener "
Broken" ci si accorge che gli SHW mirano verso sonorità tipiche degli U2, con trame chitarristiche quasi simili e vocalizzi alla Bono. Anche se la vicinanza alla suddetta band è forte, non è sicuramente possibile denigrare tutti i brani di questo album, date le loro bellissime atmosfere e gli arrangiamenti personali. L'originalità può trovarsi nelle malinconiche note, figlie di un gothic-rock che, in questo momento, sul mercato tira tantissimo. La tecnica della band risalta e accentua brani come "
Epochal Babel" o "
Hullabaloose" mentre "
Psychotheque" e "
Sleepwalkers", rapiscono l'attenzione con i loro intrecci chitarristici intriganti; "
Clashemotions" è un turbine di emozioni che si ripetono una dopo l'altra e, "
ADS (Ayrton da Silva)" rende omaggio al pilota scomparso in maniera composta e pacata. "
Beyond" forma un muro psichedelico di suoni ben costruiti, avvalorato da romantici sussurri e assolo pungente, per incontrare "
Missing", sicuramente uno dei brani più riflessivi di Psychotheque. La rockeggiante "
Mind Chambers" ritaglia momenti melodici in altri più forti, formando una linea unica con la strumentale "
Broken (part2)".
Probabilmente questo esordio discografico doveva avvenire prima per questa band, che ha aspettato ben undici anni. Le potenzialità ci sono, la tecnica è ottima e i brani sono colmi di sonorità dirette e fresche. Un ottimo album per un ottimo esordio.
(Stefano De Vito)
Intervista: Webzine
Metal Wave -
(17.01.2006)
INTERVISTA - Webzine Metalwave
Metal Wave
: Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?
SHW
: L'idea di formare una band è partita nel gennaio del 1995. I primi anni ci sono soprattutto serviti per creare quel feeling indispensabile ad una band che si possa considerare tale. All'inizio eravamo solo quattro ragazzini di quindici/sedici anni che sapevano dove volevano andare ma non conoscevano né la strada né i mezzi necessari per arrivarci. Dopo aver suonato per alcuni anni covers solo ed esclusivamente in lingua inglese, nel 1999 abbiamo cominciato a comporre musica originale. All'inizio non è stato molto semplice! Allora, come adesso, ascoltavamo musica piuttosto differente e questo fatto ci ha creato non pochi problemi. Ognuno cercava di "spingere" il sound della band dalla propria parte finché un giorno ci siamo guardati in faccia e abbiamo preso la decisione di camminare assieme su una strada comune... naturalmente con molti compromessi! Da qui siamo arrivati all'autoproduzione di "Psycho E.P." (maggio 2004) e al videoclip di Momentary Visions che ci hanno permesso di partecipare a numerosi concorsi nazionali. Visto i risultati positivi, abbiamo deciso di spedire qualche copia ad alcune case discografiche tra le quali la New LM Records che, ascoltato il materiale, ha deciso di seguire il nostro progetto fino alla realizzazione di Psychotheque, il nostro album d'esordio in uscita nei negozi di dischi dal 9 gennaio 2006 con distribuzione Masterpiece.
Metal Wave
: Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?
SHW
: Più che ispirarci a generi o bands in particolare, direi che siamo semplicemente partiti dalla base che consideriamo più fertile per la nostra personale evoluzione musicale. Inizialmente il nostro modo di comporre e il nostro approccio alla musica era ben diverso. Sapevamo a chi non volevamo assomigliare senza però avere una precisa band ispiratrice. Avevamo come tutt'ora, gusti musicali piuttosto diversi che in un certo senso hanno aiutato la band a costruire un sound, a detta di chi ci ascolta, piuttosto indefinibile. Brick è un chitarrista che ascolta prevalentemente bands Rock/Grunge americane dal sound piuttosto noise mentre Japo stima bassisti come Flea, Saturnino ecc... anche se alla fine ascolta di tutto, dalla classica all'Hard Rock! Graziano si allena su ritmiche alla Dave Weckl, Mike Portnoy, Billy Cobham, Christian Meyer ecc... e ascolta prevalentemente musica inglese prediligendo però generi soft come Enya, per fare un esempio. Io sono un patito di musica dallo stampo "vintage". Tutto quello che suona storico ed impegnato fa per me! Tra le mie preferenze rientrano bands come Pink Floyd, Muse, Coldplay e gli immancabili Radiohead!
Metal Wave
: So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?
SHW
: Premetto che siamo molto autocritici e difficili da accontentare! A parte tutto, siamo piuttosto soddisfatti del risultato finale. Come ti dicevo prima, ci sono serviti diversi anni di attività per produrre questo disco che è frutto di un lavoro iniziato nel 2000 e concluso praticamente due anni fa!
Detto questo, troviamo veramente difficile descrivere il nostro primo lavoro anche perché pensiamo che debbano essere le persone che lo ascoltano a farlo! Possiamo dirti che hanno definito il nostro genere come Gothic Pop/Rock che tradotto vuol dire una miscela di influenze di rock bands britanniche unite alle grigie atmosfere melanconiche della scena musicale scandinava.
Non è un concept-album anche se tutti i testi parlano e raccontano esperienze realmente vissute dai componenti della band mentre il "sound generale" si mantiene piuttosto crepuscolare ed introspettivo con linee vocali melodiche e qualche momento di suono puramente "grunge". Secondo noi le ritmiche di batteria sono uno degli aspetti più interessanti del disco anche se nel mix finale a volte non vengono messe molto in risalto. Detto questo... provare per credere!
Metal Wave
: La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali.
Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?
SHW
: Guarda, stiamo ricevendo recensioni piuttosto contrastanti riguardo l'originalità di Psychotheque! Una cosa sulla quale i giornalisti sembrano essere d'accordo è sicuramente la fruibilità della nostra musica.
Questo non può che farci piacere visto che consideriamo la musica una forma artistico/espressiva piuttosto forte e socialmente importante. Pensiamo che un artista abbia raggiunto il proprio obiettivo quando riesce a far rispecchiare l'ascoltatore dentro le proprie canzoni e/o i propri testi. La musica serve sicuramente a svagarsi e divertirsi ma è anche un ottimo mezzo per riflettere.
Personalmente credo che il nostro primo lavoro contenga parecchi brani che aggiungono al panorama musicale una ventata di esperienze e "prospettive" diverse da quelle che sono già state "raccontate" dai nostri predecessori.
Metal Wave
: Cosa pensate del panorama underground nazionale?
SHW
: Più passa il tempo, più ci innamoriamo del panorama underground italiano che presenta una vastissima scelta di bands molto più valide di quelle "famose"! Purtroppo però la situazione musicale in Italia è veramente difficile. Penso che il problema principale sia a livello culturale. Innanzitutto non troviamo giusto che la musica non venga riconosciuta come bene culturale come in tutte le altre nazioni europee. Questo fa sì che la gente spesso non valorizzi sufficientemente quello che è a tutti gli effetti un'espressione artistica. In Italia abbiamo la pretesa di ascoltare musica senza spendere nulla! Con questo non voglio dare ragione ai prezzi assurdi di certi dischi che sono senz'altro ingiustificabili, ma troppe persone si nascondono dietro a questa scusa per scaricare illegalmente brani facendo in modo che gli artisti prima o poi non abbiano più modo di andare avanti. Può sembrare strano ma alla fine chi ci rimette in primis è proprio il musicista. Un altro problema è legato ai gestori dei locali che spesso sono incompetenti. Da un po' di tempo a questa parte hanno pretese assurde riguardo ai "cachet" delle bands che vengono trattate in maniera secondo noi poco dignitosa. C'è la brutta abitudine di non considerare il musicista come un lavoratore a tutti gli effetti. Se poi aggiungiamo il problema sempre più in crescita delle cover bands... Parlando con musicisti e persone dell'ambiente musicale, siamo venuti a conoscenza di dati piuttosto drammatici. Pensa che siamo la nazione con il numero più elevato di cover bands al mondo e la vendita dei dischi è stata subissata dalle suonerie per i cellulari!? Questi dati ti fanno capire come possa essere semplice proporre musica nuova e cercare di emergere...
Metal Wave
: La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?
SHW
: Personalmente non riuscirei a vedere la mia vita senza musica! Per me ed anche per gli altri è sempre stata una fonte energetica insostituibile, una sorta di sostegno vitale. Proprio per questo sento di dirti con la massima certezza che ricorderemo per sempre tutto o quasi quello che ci è successo riguardo alla musica. In questi dieci anni ci ha segnato tantissimo e se adesso siamo così è anche per merito/colpa della musica!? Pensiamo che la musica sia una malattia... una volta che ti prende non ti molla più!
Se dovessi scegliere un' esperienza o meglio, uno stato d'animo da cancellare ti direi sicuramente... quella volta che una casa discografica ci ha tenuto in ballo per sei mesi continuando a ripeterci che avremmo investito pochi soldi per produzione e promozione del disco e alla fine ci ha presentato un "conto" esorbitante!
Metal Wave
: Come giudicate il veicolo "Internet" per la promozione della scena musicale?
SHW
: Beh, troviamo che sia indispensabile, oggi più che mai! Guarda, oltre ad avere avviato una campagna pubblicitaria piuttosto consistente attraverso webzines musicali, prestiamo la massima cura al nostro sito web (www.shweb.it) perché pensiamo che sia una specie di biglietto da visita della band. L'abbiamo messo on-line da pochi mesi ma ti dirò che è bellissimo avere uno "scambio virtuale" di sguardi! In un certo senso, tu aggiorni le varie pagine e utenti, fans o persone di passaggio leggono e proprio in quel momento è come se ti stessero ascoltando guardandoti negli occhi! Per noi come per tutte le bands emergenti è, assieme ai concerti, l'unico modo per farsi scoprire, per farsi conoscere. Internet rappresenta una risorsa aggiunta sia per tutto il mondo underground che per quello già "visibile" oltre ad essere il mezzo sempre più utilizzato per la vendita del merchandising e dei CD...
Metal Wave
: Visto che ne stiamo parlando... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?
SHW
: Bella domanda! Non saprei dirti con precisione quanti CD acquistiamo ogni mese. Diciamo che dipende molto dalle uscite discografiche del momento. Se in un determinato periodo escono uno, due anche tre dischi che ci interessano non abbiamo problemi ad acquistarli come, al contrario, possiamo aspettare anche parecchi mesi se non escono lavori a nostro avviso interessanti.
Comunque sia ascoltiamo parecchia musica differente... personalmente sono un pò "abitudinario". Tendo ad ascoltare continuamente un disco fino alla morte dopodiché, quando proprio non ce la faccio più, cambio e via di nuovo con un altro. Diciamo che finché un disco non l'ho marcio in testa non smetto di ascoltarlo!
Metal Wave
: Cosa vuole fare il vostro gruppo "da grande"?
SHW
: Tanto per cominciare, venerdì 20 gennaio 2006 ci sarà la presentazione ufficiale del disco alla gente e agli addetti ai lavori (stampa, giornalisti ecc...) presso il Nec Ente di Cremona. Ne approfittiamo per invitare tutti! All'interno della serata, verrà proiettato anche il videoclip di Broken che è il primo singolo estrapolato da Psychotheque. Ci teniamo a dirlo perché la regia e la sceneggiatura sono a cura di Michele Rosanìa, regista indipendente fiorentino dotato di un talento incredibile. Verranno inoltre girate le riprese della serata per un video live. Dopo la presentazione, avrà inizio il nostro particolarissimo tour. Chi avrà la possibilità di venire ai nostri concerti capirà subito il perché dell'aggettivo "particolarissimo"!
Per quanto riguarda il futuro cercheremo di fare il più possibile senza mai stancarci di migliorare sia tecnicamente che personalmente.
Metal Wave
: Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio.
A voi la parola, siete liberi di esprimervi!
SHW
: Vogliamo ringraziare di cuore te per la disponibilità e chi ha creduto in noi fin dall'inizio sostenendoci ed aiutandoci anche nella realizzazione del disco, innanzitutto le nostre famiglie e i nostri amici che ci hanno supportato tecnicamente e moralmente nelle varie fasi della lavorazione.
Speriamo di riuscire a trasmettere il nostro messaggio attraverso la musica a più persone possibili e... veniteci a trovare sul nostro sito! Abbiamo bisogno di voi!
Recensione: Portale musicale
KDCobain.it -
(16.01.2006)
RECENSIONE - Lo stile dei nostrani SHW è sicuramente un rock energico condito con una sana dose di melodia. Si parte senza ombra di dubbio dalle sonorità degli U2 con tanto di chitarra effettata da delay e una voce molto simile a quella di Bono; la passione per la band irlandese è testimoniata anche dal titolo dell'album "
Psychotheque", che ricorda vagamente "Discotheque". Ma le sonorità degli U2 sono solo il punto di partenza dal quale prende vita il progetto SHW. Un progetto che si espande nei suoni contemplando anche un'anima rock più energica. Gli innumerevoli effetti elettronici e la tastiera di sottofondo supportano un songwriting scorrevole e molto curato nei particolari. Dopo i primi due pezzi, "
Broken" e "
Epochal Babel" (dove il pop delle melodie avvolge tutta l'atmosfera), "
Hullabaloose" sfodera un'anima più aggressiva, mentre la title-track gioca con sonorità psichedeliche. Il piano di "
Sleepwalkers" introduce un pezzo in puro stile Coldplay, mentre la malinconia scende sulle note di "
ADS", brano dedicato allo scomparso pilota Ayrton Senna. Le idee per la band non mancano e lo si può notare ascoltando l'aggressiva "
Beyond",seguita dalla dolcezza di "
Missing". "Psychotheque" è un disco che piacerà sicuramente agli amanti di un rock votato al pop ma non per questo privo di anima.
(Nicolò)
Recensione: Portale musicale
Sensorium.it -
(14.01.2006)
RECENSIONE - Primo ed agognato full-lenght per i nostrani SHW, che concretizza ben undici anni di passione ed impegno che avevano peraltro condotto i nostri alla pubblicazione dell'EP "
Psycho" nel Maggio 2004. Forti di un contratto discografico con la
New LM Records di Ravenna, i ragazzi danno in pasto al pubblico il nuovo "Psychotheque", che include undici episodi. L'approccio compositivo degli SHW è curato ed ambizioso, naturalmente incline ad un rock eterodosso che non disdegna arrangiamenti di matrice elettronica. Vedono così la luce brani intriganti del calibro dell'opener "
Broken", che cita una delle muse ispiratrici primarie dei nostri, ovvero gli irlandesi U2. Altrove, come nel caso della title-track (uno degli episodi più interessanti del disco), affiorano rimandi alle ambientazioni dei Pearl Jam, mentre in una traccia come "
Sleepwalkers" l'utilizzo delle tastiere porta alla memoria la scrittura degli albionici Coldplay. Quest'ultima impressione viene confermata soprattutto nella seconda parte dell'album, laddove talune atmosfere più intimiste e ricercate prendono il sopravvento. Preso atto della produzione efficace e della perizia tecnica dei nostri, l'unico appunto che si può muovere al gruppo è quello relativo al piglio interpretativo, talvolta velato da una lieve timidezza: una volta sul palco, queste incertezze con tutta probabilità svaniranno, anche perchè le composizioni risultano solide e ponderate. Un buon atto d'esordio, in altri termini, in attesa di ulteriori, successivi sviluppi.
(Michele Dicuonzo)
Recensione: Portale musicale
Sonic Bands -
La musica emergente in Italia (11.01.2006)
RECENSIONE - Già dal primo brano risultano evidenti un paio di cose: l'ottima tecnica nonchè la buona capacità in fase di costruzione musicale, e la forte, fortissima influenza degli U2. In fase di presentazione la band (o chi per loro) dice che le chitarre "possono ricordare gli U2", ma più che un lontano ricordo sono una vera e propria fotocopia in diversi brani, senza dimenticare il bellissimo timbro di Roberto Bonazzoli, IDENTICO a quello di Bono! Indubbiamente un pregio avere una così buona dote vocale, un difetto se anche le liriche scelte sono molto simili ai più famosi. Diciamo che gli SHW aggiungono una componente gotica nell'atmosfera, troppo poco per ottenere il titolo di band originale. Il disco in se (lo stesso titolo "Psychotheque" ricalca quello di un famoso brano degli U2) è davvero gradevole, liriche sognanti, belle melodie e cuore dei brani in primo piano. Un disco insomma che può piacere a tante persone, ma che richiama in modo inevitabile Bono & Co. "
Broken" (di cui presto sarà presente un videoclip) è una composizione azzeccata, ammiccante e con un ritornello che entra subito in testa. Altre ottime tracce sono "
Epochal Babel", la titletrack "
Psychoteque" (la più originale) e la struggente e brevissima (peccato) "
ADS", anacronismo di Ayrton Da Silva, dedicata allo scomparso asso della Formula 1. A conti fatti un buon lavoro che manca, però di personalità, gli U2 sono dietro l'angolo e certamente un ampliamento dei propri confini musicali gioverebbe non poco al progetto.
(Igor Tosi)
Intervista: Webzine
L'isola dell'espressione -
(10.01.2006)
INTERVISTA - L'isola dell'espressione
Panix
: Dite che presentare una band è la cosa più difficile da fare: usate una definizione che vi rappresenti per stupirci in 5 parole?
SHW
: "Oddio! Che domanda!? Non ne hai una di riserva?! Beh, consigliamo di ascoltare la nostra musica e trarre le proprie considerazioni. Ci piace molto lasciare che sia la musica a parlare, a presentarci. Se dovessimo darci uno slogan...
Gli SHW sono tutto quello che volete che siano!"
Panix
: Che idee avete per farvi conoscere?
SHW
: "Francamente tutti i modi sono buoni! Non c'è mai abbastanza promozione per l'uscita di un disco che è a tutti gli effetti un evento artistico molto importante. Abbiamo alcune idee carine e piuttosto dirette e parecchie assolutamente inarrivabili! La settimana scorsa è partita la promozione di Psychotheque su parecchi webzines e, per i mesi di gennaio e febbraio, su alcune riviste specializzate. Nel nostro sito (www.shweb.it) si possono trovare tutti i nominativi e collaborazioni inerenti alla promozione del disco."
Panix
: Dite che vi ispirate agli U2 e con melodie Gothik/Rock scandinavo... Quali sono i vostri gruppi o artisti preferiti?
SHW
: "Più che ispirarci ad una band in particolare, direi che siamo semplicemente partiti dalla base che consideriamo più fertile per la nostra personale evoluzione musicale. Inizialmente il nostro modo di comporre e il nostro approccio alla musica era ben diverso: sapevamo a chi non volevamo assomigliare senza però avere una precisa band ispiratrice. Avevamo, come tutt'ora, gusti musicali piuttosto diversi che in un certo senso hanno aiutato la band a costruire un sound, a detta di chi ci ascolta, indefinibile. Brick è un chitarrista che ascolta prevalentemente bands Rock/Grunge americane dal sound piuttosto noise mentre Japo stima bassisti come Flea, Saturnino anche se alla fine ascolta di tutto, dalla classica all'Hard Rock! Graziano si allena su ritmiche alla Dave Weckl, Mike Portnoy, Billy Cobham, Christian Meyer e ascolta prevalentemente musica inglese prediligendo però generi soft come Enya, per fare un esempio. Io sono un patito di musica dallo stampo "vintage". Tutto quello che suona storico ed impegnato fa per me! Tra le mie preferenze rientrano bands come Pink Floyd, Muse, Coldplay e gli immancabili Radiohead!"
Panix
: Cover preferita che suonate con maggior entusiasmo?
SHW
: "All'interno dei nostri "live" eseguiamo al massimo tre o quattro covers tutte rigorosamente riarrangiate e di bands internazionali. Quella che secondo noi è in un certo senso la più "sentita" è Creep dei Radiohead perchè è una delle canzoni che rientrano nello spazio acustico del concerto e viene eseguita in modo completamente diverso dall'originale con un finale a sorpresa! Purtroppo anche il testo mi rappresenta alla perfezione!?"
Panix
: Scegliete una canzone per la rabbia e una per l'amore.
SHW
: "Non siamo molto amanti delle canzoni d'amore, specialmente quelle "italian-style"! Dico questo non tanto perchè non siano interessanti o altro, ma perchè riteniamo che ne siano già state scritte una miriade e per giunta pochissime fatte bene. E' veramente difficile scrivere un pezzo che parla d'amore senza cadere nel pacchiano, nello scontato o peggio nel "trash"! Comunque se dovessimo scegliere una canzone per la rabbia e una per l'amore consiglierei ...la nostra Broken! In un certo senso unisce l'amore e la rabbia per una storia arrivata agli sgoccioli."
Panix
: Sentimenti che hanno influenzato qualche vostra canzone?
SHW
: "Il nome che abbiamo dato al nostro primo disco (Psychotheque) significa appunto "teca della psiche". Questo fa capire che all'interno è possibile trovare tantissime emozioni e stati d'animo diversi di persone diverse nel loro essere molto simili. Si passa dall'assoluta tranquillità e serenità interiore (Missing) fino al completo disgregamento dell'ego (Broken). Tutto questo arricchito da passaggi riflessivi sulla realtà circostante (Epochal Babel, Sleepwalkers) e memorie di persone care (ADS, Beyond)."
Panix
: Broken, sembra la canzone che ha una marcia più delle altre, è rivolta a qualcuno di particolare? è una canzone rabbiosa ma d'amore.. allo stesso tempo triste. Com'è stata concepita?
SHW
: "Bella domanda! Come ti dicevo prima e come hai notato anche tu, "Broken" è sicuramente un connubio tra rabbia e amore. Non è stata scritta per una persona in particolare ma è stata ispirata da un'ipotetica situazione difficile e complessa con la quale tante persone hanno dovuto fare i conti! La parte musicale principale è di Brick mentre il testo è di mia creazione. Gli arrangiamenti e la stesura definitiva del pezzo è come sempre opera di tutta la band."
Panix
: Domanda a bruciapelo: mp3 scaricati o cd originali?
SHW
: "Assolutamente CD originali! In tantissimi casi, musicista è sinonimo di feticista! Amiamo tutto ciò che è in un certo senso "concreto". Vuoi mettere la soddisfazione tattile di avere in mano un CD o un libro? Non c'è paragone! Il CD come il libro, racconta e descrive quello che è veramente l'artista. Secondo me è sbagliato pensare alla musica e a qualsiasi forma artistica separatamente dal suo "creatore". E' come cercare di ascoltare una persona senza sapere chi è o come è fatta! Con questo, non nego la comodità, in termini di spazio, degli mp3. Bisogna però prestare molta attenzione al livello qualitativo perchè oltre che essere un prodotto anonimo può risultare pessimo anche all'ascolto!"
Panix
: Canzone preferita tra le vostre?
SHW
: "Mmmh... E' un pò come domandare ad una madre il figlio preferito! Non te lo dirà mai!? Posso dire che trovo molto interessanti a livello concettuale canzoni come Mind Chambers o la title-track Psychotheque."
Panix
: Sul vostro sito affermate che "conoscere una band significa capire il messaggio che trasmette la musica che compone". Qual'è il messaggio contenuto in PSYCHOTHEQUE e nelle sue canzoni? C'è un filo conduttore che unisce i brani e il loro ordine?
SHW
: "Non siamo dei gran oratori e non amiamo particolarmente descriverci! Preferiamo per questo motivo "affidare" alla musica, per quanto possibile, il compito di farci conoscere. Come ti dicevo prima, Psychotheque è la "teca della psiche" e dunque racchiude tanti messaggi e stati d'animo diversi. Può apparire come un concept-album anche se effettivamente non lo è. Sicuramente è un disco caratterizzato dall'introspezione e dalle atmosfere piuttosto malinconiche con venature di romanticismo. Questa particolarità ha portato diversi giornalisti a definire il nostro genere come Gothic/Rock dalle influenze scandinave."
Panix
: A che target di pubblico vi rivolgete? Su quale pensate di avere più impatto?
SHW
: "Pensiamo che la musica sia prima di tutto "espressione". Per questo motivo non vogliamo essere selettivi e rivolgerci solo ad un tipo di pubblico. Per quanto possibile, ci piacerebbe essere ascoltati da qualsiasi persona di qualsiasi età! Saranno poi gli eventi e le reali potenzialità della nostra musica a definire il tipo e la quantità di pubblico!"
Panix
: Quest'album corona più di 10 anni di attività e di fatiche.. lo dedicate a qualcuno?
SHW
: "Lo dedichiamo con tutto il cuore a chi ha creduto in noi fin dall'inizio sostenendoci ed aiutandoci nella realizzazione del progetto, innanzitutto le nostre famiglie e i nostri amici che ci hanno supportato tecnicamente e moralmente nelle varie fasi della lavorazione."
Panix
: Fatiche e difficoltà: quali i maggiori problemi incontrati in questi anni?
SHW
: "Teniamo a dire che quando dietro ad un lavoro c'è la convinzione e la passione non esistono ostacoli insormontabili. Certo, all'inizio suonavamo solo covers, eravamo praticamente dei ragazzini e non ci ponevamo molti problemi riguardo le reali difficoltà ad emergere per il semplice motivo che non avevamo la più pallida idea di cosa potesse comportare l'entrare in un ambiente completamente sconosciuto! Poi, col passare del tempo, abbiamo capito anche a nostre spese che ogni singolo passaggio, ogni singolo miglioramento devi conquistartelo da solo con molta fatica, costanza ed impegno. Nel 1999 abbiamo cominciato a scrivere pezzi nostri esclusivamente in lingua inglese e nel maggio del 2004 abbiamo prodotto il nostro primo EP che ci ha permesso di partecipare a numerosi concorsi nazionali fino ad arrivare alla firma del contratto con la New LM Records nel settembre del 2005 e alla pubblicazione di Psychotheque il 9 gennaio 2006. Comunque sia, i numerosi problemi che abbiamo trovato alla fine per fortuna ci hanno solo temprato."
Panix
: Qualcuno che vi ha aiutati che volete ringraziare, e qualcuno che vi ha messo i bastoni fra le ruote e che volete far ricredere?
SHW
: "Abitiamo in provincia di Cremona dove purtroppo la musica non è valorizzata come dovrebbe. Ti dico questo per farti capire l'immensa difficoltà che abbiamo avuto nel trovare gente disposta quantomeno a condividere la nostra passione. Per fortuna alcune persone sono arrivate e non hanno mai smesso di aiutarci fino ad arrivare alla creazione ed allestimento del Dirac Studio che è la nostra sala di registrazione ed il nostro mondo! Nessuna persona per fortuna ci ha mai messo il bastone tra le ruote... si è limitata esclusivamente ad ignorarci!"
Panix
: Questo è un punto di arrivo o di partenza?
SHW
: "Sicuramente un punto di nuova partenza verso lidi sempre più lontani! Pensiamo che l'appagamento sia il campanello d'allarme per l'immobilismo. Fondamentalmente chi è contento o soddisfatto non vuole cambiare e questo può essere dannoso oltre che ripetitivo! Vogliamo mantenerci sempre in movimento, sempre pronti a nuove sfide. Proprio per questo ad ogni obiettivo raggiunto ce ne poniamo immediatamente uno nuovo ed impegnativo."
Panix
: Che cosa vi piace veramente?
SHW
: "La vita! Con tutte le sue complicazioni e difficoltà ma anche gioie e sensazioni straordinarie! Certo, a volte ti verrebbe voglia di darle qualche calcio nel sedere... ma poi ci pensi ed inevitabilmente ti senti attore e spettatore di un'avventura indescrivibile!"
Panix
: Come sono i rapporti tra i componenti della band? Il più fantasioso, il più scatenato, il più sregolato?
SHW
: "Ci conosciamo da tantissimi anni, precisamente dalla scuola media. Col passare del tempo siamo indubbiamente cambiati tanto ma per fortuna le nostre passioni sono rimaste intatte! Al limite se ne sono aggiunte altre! Gli SHW sono una band molto variegata. Il più pacato è decisamente Graziano anche se ascoltando i nostri pezzi non si direbbe affatto! E' un mix di introspezione, saggezza e genialità. Japo è una persona molto espansiva e allegra. E' sicuramente il lato più "spontaneo" della band. La sua entrata nel gruppo ha segnato una crescita incredibile sia sotto l'aspetto musicale che umano. Brick è una persona particolarissima e un chitarrista dotato di un talento eccezionale! Siamo fieri di averlo con noi perchè ha praticamente dato il "sound" alla band! Personalmente ho sentito pochissimi chitarristi appassionati come lui al suono e alle più piccole sfumature... in un certo senso è il creatore dei nostri paesaggi sonori. Io... beh, io sono il rompiscatole della band! A parte gli scherzi, mi limito a suonare, cantare e lanciare qualche "input", qualche idea agli altri che raccolgono, elaborano e sono i fautori di questa bellissima musica..."
Recensione: Webzine
L'isola dell'espressione -
(10.01.2006)
RECENSIONE - Questo album è la consacrazione della nascita degli SHW, ne rispecchia gli inizi e l'evoluzione musicale dei primi dieci anni di gavetta. Difatti è con Psychoteque che inizierà la vera e propria carriere musicale. E ci sono tutti i requisiti per affermare che sarà una buona carriera poichè hanno le idee e la stoffa per suonare e comporre ad alti livelli, e questo cd dimostra parte delle loro qualità: partendo dalla base musicale che ritenengono più fertile e più adatta alle loro caratteristiche sono arrivati ad avere un loro sound, che però dovranno avere la personalità di continuare ad evolvere e rendere più ricercato, ancora più particolare e "più loro" poichè spesso si allaccia troppo alle evoluzioni musicali e vocali degli U2, evidenziando il loro passato da covers band. Anche i testi sono buoni, molto sentimentali, alcuni rabbiosi, altri malinconici, mentre qualche appunto è da fare sulla pronuncia, che in qualche occasione risulta un po' italianizzata. Per quanto riguarda la composizione dell'album si può dire che esso è ben costruito: tutte le canzoni sono unite da un sound di base con delle eccezioni più grintose. Difatti le prime due tracce,
Broken in particolare, sono più aggressive e cariche aprendo molto bene il cd. Nelle seguenti si distinguono dalle altre la title track
Psychoteque,
Beyond e
Mind Chambers che risultano essere molto apprezzabili. La traccia che ha sicuramente una marcia in più delle altre, sia per il testo, per le emozioni che trasmette, sia per il sound, è senza dubbio
Broken, che essendo molto orecchiabile è veramente un brano da non perdere. Rimanendo poi in attesa del video, che può conferire a questa traccia ancora maggior risalto e più successo. Ascoltando questo loro lavoro si comprendono le qualità che li differenziano dalle piccole band che possono solamente aspirare a suonare covers nei locali: l'imperativo è continuare su questa strada, è la via giusta. Continuare con intelligenza e tenacia come hanno già dimostrato d'aver fatto in passato, e lavorare sodo sul prossimo lavoro che già hanno in cantiere, solamente così presto arriveranno a palcoscenici più ampi e soddisfazioni maggiori. Noi scommettiamo su di loro. E vi consigliamo il loro cd!
Recensione: Portale musicale
Territorio Musicale.it -
(09.01.2006)
RECENSIONE - Intimità adagiata su riff chitarristici e trame vocali tra U2 e Oasis, alternata a rabbia; senza perdere mai la speranza che, tuttavia, la quotidianità sopisce. Un triste elenco di emozioni che affiorano dal lento e melodico duro del rock per aprire speranze di riscatto o per colmare i vuoti seminati dalla vita quando lenta ci scorre addosso. Energia, molta energia che non satura mai fino ad esplodere, ma lenta affiora a cullare il sottopelle mimetico di Achille. Voce in primo piano a sorprendersi di profondità e accusare i colpi del caleidoscopico guardarsi dentro. Echi ricorrenti su ritmiche che fanno fatica a rimanere sotto. Suona bene questo primo lavoro ufficiale degli SHW, interamente cantato in Inglese. Dopo nove anni e svariati concerti eseguendo cover in lingua inglese e un Ep autoprodotto ecco Psychoteque, album pubblicato da
New LM Records e distribuito dalla
MasterPiece.
Con queste nove tracce, nei negozi dal 9 gennaio 2006, gli SHW sono ora nella mischia della discografia indipendente italiana
ma guardano all'estero. Un esordio ben riuscito, che colpisce al secondo ascolto e promette di non stancare subito. La melodia la fa da padrone e disegna con piume d'uccello linee sonore composte da cinque colori: il rosso, il bianco e il blue sono subito chiaramente visibili. All'ascoltatore che ama il pop d'oltremanica questo disco potrebbe regalare sogni notturni e visioni capaci di far affiorare in superficie, anche solo per un attimo, i due colori nascosti.
Buon ascolto!
Recensione: Portale "
Gufetto il tuo giornale Online" -
(09.01.2006)
RECENSIONE - La New LM Records debutta nel grande mondo delle etichette discografiche, pubblicando il cd d'esordio (due esordi in uno!) degli SHW. Un esordio che arriva dopo ben 11 anni, da quando nel 1995 la band si formò in quel di Cremona. Undici anni di intensa attività live e di evoluzione, ovvio, musicale. Nel maggio 2004 è uscito "Psychotheque" Ep, preludio all'intero lavoro "
Psychotheque", in uscita il 9 Gennaio 2006 e che sarà ufficialmente presentato alla stampa Venerdì 20 Gennaio 2006 al
NEC ENTE Live & disco di Cremona. In contemporanea uscirà il video di "Broken", singolo di lancio, per la regia del fiorentino Michele Rosanìa.
"Psychotheque" è un godibile album poprock, intenso, sognante e intriso di sonorità in cui la chitarra elettrica è l'indiscussa regina del regno SHW. Il singolo "
Broken" (presente anche in una reprise) è un ottimo apripista e battistrada:
"But now is gone", è l'incipit da brivido. "
Hullabaloose" ci dà uno shock, grazie a quell'acidità intrinseca, mentre la title-track "
Psychotheque" è una docile ballata romantica. Il gruppo invece punta molto sui brani "
Sleepwalkers", ballata concentrica e "
Beyond", epica e apocalittica. Da segnalare sono anche la splendida ballata "
Missing" e "
ADS" (acronimo di Ayrton da Silva): un minuto in ricordo di Senna, campione brasiliano di F1. In tutto il Cd aleggia lo spirito degli U2. In più occasioni i nostri incrociano le loro corde con quelle della famosa band di Bono Vox. Anche la voce di Roberto Bonazzoli soffre un po' troppo l'accostamento con quella di Bono, e visto il confronto impari, non può uscirne vincitrice. Data la somiglianza con gli U2 arriva anche la ballad che mi aspetto di trovare: quella "
Epochal Babel", figliastra proibita delle varie "One" & Co. In buona sostanza "Psychotheque" è il coronamento di un sogno durato 11 anni, e in quanto tale non può che essere giudicato positivamente. Il quartetto cremonese è abile nelle ritmiche, nelle parole e nelle melodie. Molto meno nell'originalità. Un ottimo punto di arrivo e di partenza, che fa degli SHW una band da tenere assolutamente sott'occhio. Voto (0-10): 7+
Recensione: Webzine
Cremonapalloza -
Alternative Fansite (08.01.2006)
RECENSIONE - Gli SHW corrono un grosso rischio, probabilmente la cosa più pericolosa per un gruppo che propone materiale proprio, quello di passare per i cloni di un altro gruppo: più questo è famoso (nel caso specifico gli U2), meno ne vengono riconosciuti i meriti. La "mano" del noto gruppo irlandese si fa sentire in modo particolare nelle prime due canzoni, soprattutto per la chitarra a là the Edge, ed è da
Hullabaloose che si inizia a percepire le qualità del gruppo: gran voce in grado di gestire con padronanza diverse tonalità, cambi di ritmo azzeccati, pulizia e precisione nell'esecuzione; l'impressione è ancora più rafforzata nella canzone che dà il titolo all'album:
Psychoteque, decisamente diversa dalla precedente: matura e ricercata, probabilmente la migliore dell'album, così come appare intensa la seppur breve
ADS. Anche
Sleepwalkers e
Missing si alzano al di sopra della media ed il giudizio complessivo sull'album è buono, dunque saranno probabilmente i prossimi lavori a dare un'indicazione migliore su questo gruppo, che riesce a dare il meglio proprio quando si distanzia da ingombranti paragoni proponendo musica più "personale".
Recensione: Webzine
SonikMusik -
La vetrina musicale (08.01.2006)
RECENSIONE - Se si potesse esprimerlo in parole povere, direi "vecchio ma originale, semplice ma seducente" e stiamo parlando del sound di Psychotheque, l'ultimo lavoro degli SHW, che sarà presentato il 9 Gennaio 2006. Decidono di partire con una grande sfida questa volta gli SHW, con questo loro lavoro orecchiabile. Primo impatto questo promo ci fa venire in mente il passato, quel suono vecchio e soffice ma stabile, quel suono in grado di sottolineare dinamiche di un Pop-Rock proveniente dalla Gran Bretagna energico ma contenuto. Decisi più che mai nel proporre il loro talento e ce ne accorgiamo all'ascolto del loro prodotto, frutto di teorie messe in atto e di stupende combinazioni di chitarre psichedeliche e basi calde. Ottimo il lavoro in ADS, con 1 minuto e 30 secondi di un pianoforte seducente che parla e ci racconta la sua storia. Perde molto questo promo all'ascolto di Clashemotions dove Roberto Bonazzoli, Leader del gruppo, fa un buon gioco di metrica ma deludente (sempre secondo il mio parere) dal punto di vista di linea vocale. Insomma in questo 2006 ne vedremo di tutti i colori e i nostri SHW saranno uno di tutti questi colori e noi vogliamo augurare a questi ragazzi un in bocca al lupo per sfondare in questo crudele mondo che è la musica. Voto complessivo : 8.
Intervista: Webzine
SonikMusik -
La vetrina musicale (08.01.2006)
INTERVISTA - SonikMusik, la vetrina musicale
Raffaele
: Sarà un buon inizio, per voi, questo 2006, con la presentazione del vostro promo Psychotheque, un grazie a chi?
SHW
: Speriamo che sia particolarmente bello! Teniamo a specificare che si tratta di un full lenght CD e non di un promo!? Comunque grazie a chi ha creduto in noi fin dall'inizio sostenendoci ed aiutandoci nella realizzazione del disco, innanzitutto le nostre famiglie e i nostri amici che ci hanno supportato tecnicamente e moralmente nelle varie fasi della lavorazione.
Raffaele
: Come mai una band di Cremona, anche se nata più di 10 anni fa, ha deciso di continuare con quel sound vecchio ma che non deluderà mai?
SHW
: Pensiamo che la musica non abbia tempo, che non sia nuova o vecchia. Siamo semplicemente partiti dalla base che consideriamo più fertile per la nostra personale evoluzione musicale. Inizialmente il nostro modo di comporre e il nostro approccio
alla musica era ben diverso. Sapevamo a chi non volevamo
assomigliare senza però avere una precisa band ispiratrice.
Avevamo come tutt'ora, gusti musicali piuttosto diversi
che in un certo senso hanno aiutato la band a costruire
un sound,a detta di chi ci ascolta, indefinibile. Brick
è un chitarrista che ascolta prevalentemente bands
Rock/Grunge americane dal sound piuttosto noise mentre Japo
stima bassisti come Flea, Saturnino ecc... anche se alla
fine ascolta di tutto, dalla classica all'Hard Rock! Graziano
si allena su ritmiche alla Dave Weckl, Mike Portnoy, Billy
Cobham, Christian Meyer ecc... e ascolta prevalentemente
musica inglese prediligendo però generi soft come
Enya, per fare un esempio. Io sono un patito di musica dallo
stampo "vintage". Tutto quello che suona storico
ed impegnato fa per me! Tra le mie preferenze rientrano
bands come Pink Floyd, Muse, Coldplay e gli immancabili
Radiohead!
Raffaele
: Come avete fatto a non farvi condizionare dai media e dalle
etichette?
SHW
: Ci abbiamo provato ma non c'è stato niente da fare!?
A parte gli scherzi, crediamo che le case discografiche
siano troppo occupate a condizionare i gusti degli utenti
limitandosi a non prendere in considerazione ciò
che non è "commerciabile". Fortunatamente
esistono realtà come la New LM Records che partono
dall'espressione artistica per creare il valore commerciale.
Raffaele
: Non trovate che ci sia molta corruzione anche nel campo
musicale oggi?
SHW
: Purtroppo nell'ambiente della musica è di moda sparare sull'ambulanza!
Troppa gente vive sulla passione dei musicisti. Vengono
organizzati una miriade di contest e concorsi a pagamento
senza un reale riscontro, senza una reale possibilità
di mettersi in luce. Per non parlare poi delle truffe discografiche...
Prima di firmare per la New LM è capitato anche a
noi di imbatterci in gente senza scrupoli interessata solo
ed esclusivamente al guadagno sicuro e diretto tramite produzioni
fini a se stesse.
Raffaele
: Qual è stata la vostra più grande paura per
la quale stavate addirittura abbandonando lidea di
questo debut album?
SHW
: Potremo apparire presuntuosi, ma siamo sempre stati piuttosto convinti
delle nostre potenzialità. Quando dietro ad un lavoro
c'è la convinzione e la passione non esistono ostacoli
insormontabili. Certo, all'inizio non ci ponevamo molti
problemi riguardo le reali difficoltà ad emergere
per il semplice motivo che non avevamo la più pallida
idea di cosa potesse comportare l'entrare in un ambiente
completamente sconosciuto! Poi, col passare del tempo, abbiamo
capito anche a nostre spese che ogni singolo passaggio,
ogni singolo miglioramento devi conquistartelo da solo con
molta fatica ed impegno. Comunque i problemi che abbiamo
trovato alla fine per fortuna ci hanno solo temprato.
Raffaele
: Cosa ci nascondono gli SHW per il futuro?
SHW
: Stiamo lavorando per non nascondervi niente! Tanto per cominciare,
venerdì 20 gennaio 2006 ci sarà la presentazione
ufficiale del disco agli addetti ai lavori (stampa, giornalisti
ecc...) presso il Nec Ente di Cremona. Ne approfittiamo
per invitare tutti! All'interno della serata, verrà
proiettato anche il videoclip di Broken che è il
primo singolo estrapolato da Psychotheque. Ci teniamo a
dirlo perchè la regia e la sceneggiatura sono a cura
di Michele Rosanìa, regista indipendente fiorentino
dotato di un talento incredibile. Verranno inoltre girate
le riprese della serata per un videolive. Dopo la presentazione,
avrà inizio il nostro particolarissimo tour. Chi
avrà la possibilità di venire ai nostri concerti
capirà subito il perché dell'aggettivo "particolarissimo"!
Raffaele
: Nella locandina di promozione del vostro ultimo lavoro avete
proposto una sfida alla tenacia del leggendario gruppo degli
U2, non credete di esagerare?
SHW
: Innanzitutto crediamo fermamente che la musica non sia competizione ma
espressione. Come ti ho detto prima, ascoltiamo tutti e
quattro parecchia musica principalmente di artisti internazionali.
Abbiamo qualche band in comune ed una di queste è
sicuramente gli U2 ma questo non significa che intendiamo
lanciare sfide che non hanno e non possono avere senso!
Al limite possiamo dire che proprio un'affinità espressiva
ci ha portato a citare gli U2 piuttosto che altre bands.
Raffaele
: Una domanda che facciamo a tutti gli artisti, Cosa
consigliate a tutte le band emergenti che fanno riferimento
a Sonik Musik .com e che come voi allinizio credono
in un sogno, emergere?
SHW
: Vivere dei propri sogni, continuare a crederci e andare avanti.
Non pensare che il proprio valore artistico basti a se stesso,
cercare continuamente il confronto e non perdere obiettività.
A livello pratico... suonare, scrivere, telefonare, spedire
e prestare molta attenzione ai truffatori... e alle donne!
Raffaele
: Trovate che internet e tanti altri mezzi siano utili oggi
2006 per aiutare le band ad un autoproduzione?
SHW
: Beh, troviamo che siano indispensabili, oggi più che mai!
Guarda, noi prestiamo la massima cura al nostro sito web
(www.shweb.it) perchè pensiamo che sia una specie
di biglietto da visita della band! L'abbiamo messo on-line
da pochi mesi ma ti dirò che è bellissimo
avere uno "scambio virtuale" di sguardi! In un
certo senso, tu aggiorni le varie pagine e gli utenti, fans
o persone di passaggio, leggono e proprio in quel momento
è come se ti stessero ascoltando guardandoti negli
occhi! Per noi, come per tutte le bands emergenti è
praticamente l'unico modo per farsi scoprire, per farsi
conoscere. Internet rappresenta una risorsa aggiunta sia
per tutto il mondo underground che per quello già
"visibile"...
Raffaele
: Quale canzone italiana e straniera vorreste aver scritto?
SHW
: Ascoltando molta musica e avendo gusti piuttosto eterogenei è
praticamente impossibile scegliere due brani in particolare...
Sicuramente non avremmo mai voluto scrivere qualsiasi pezzo
di Britney Spears, Christina Aguilera o qualsiasi boy band.
Non tanto perché non siano musiche ricercate o chissà
cosa, ma perché crediamo ancor oggi che la musica
sia prima di tutto una forma darte e quindi che debba
essere salvaguardata l'espressione di artisti veri e soprattutto
non con un'immagine che tende a sfiorare la perfezione esteriore
mettendo in secondo piano il prodotto finale! Ascoltando
la musica e guardando i videoclip degli artisti che ho nominato,
si ha la sensazione di assistere ad una sorta di prodotto
impacchettato, di un prodotto ben confezionato...
Raffaele
: Cosa pensate di SonikMusik.com?
SHW
:Certamente una realtà composta da veri appassionati di musica
che danno priorità all'aspetto artistico e all'espressione
prima di tutto. Un portale ricco di informazioni che dà
la possibilità senza scopo di lucro a numerose bands
emergenti di mettersi in luce e farsi conoscere da addetti
ai lavori come giornalisti, discografici ecc... una realtà
da salvaguardare e da sostenere assolutamente!
Recensione: Webzine
Z.t.l. - The blog -
(03.01.2006)
RECENSIONE - A chi manca il sound degli U2 agli esordi? Direttamente da quel periodo e con almeno una quindicina d'anni di ritardo, da Cremona, o meglio da lì vicino, arrivano gli SHW, undici anni di gavetta e finalmente il primo album. Suonano bene, questi ragazzi, bene davvero, gli undici brani del disco hanno un suono pulito e melodie semplici e facilmente assimilabili.
Broken è forse la migliore delle canzoni presenti. Non per niente è il primo singolo, ed a breve dovrebbe nascerne anche un video. Questo disco è ottimo come sottofondo di una serata in un rock pub, di quelli che ascolti mentre cerchi di sbronzarti con gli amici. E questi sono i lati negativi degli SHW, mancano di personalità e di originalità. Ripropongono un suono che è una via di mezzo tra U2 e Hard rock scandinavo anni 80. Addirittura in certe passaggi la chitarra non ricorda quella di The Edge, sembra quella del chitarrista della band di Dublino. Idem vale per lo stile del cantato che, soprattutto nelle tonalità più basse, è troppo in debito con Bono. Originalità, ecco cosa manca agli SHW, le canzoni sono belle, tecnicamente ci sanno fare, eppure ho passato tutto il tempo, a chiedermi: ma dove l'ho già sentita? Peccato. Ai nostalgici piacerà, a tutti gli altri non dispiacerà. Ma peccato davvero che siano arrivati con tutto questo ritardo. Ah!! Trenitalia...
(Francesco Gardenghi)
Recensione: Webzine
Altatensione -
Web Magazine & Network (30.12.2005)
RECENSIONE - Undici anni prima di toccare il sogno. Undici anni per vedere pubblicato l'agognato debutto. Con "Psychotheque" gli SHW raggiungono il loro primo obiettivo che racchiude un'evoluzione musicale iniziata nel lontano Gennaio 1995 e che li ha portati, oggi, a proporre un sound insolito ed originale. La loro musica si nutre di quella maturità frutto di tanta gavetta che li ha condotti a sperimentare in territori pop e rock. Le trame chitarristiche possono ricordare gli U2, mentre le melodie, intrise di romanticismo e malinconia, la scena gothic rock scandinava, il tutto corretto e rivisitato secondo il proprio gusto. "Psychotheque" è il debut di una band che si affaccia nel pericoloso mondo musicale agguerrita di melanconia e romanticismo. Vellutato come i petali di una rosa e pungente come le spine del suo gambo, il compact si dimostra in grado di sposare energia e melodia.
Recensione: Webzine e radio
http://www.radiocoop.it -
(21.12.2005)
RECENSIONE - Un album d'esordio che corona 9 anni di attività dei cremonesi SHW e che raccoglie un'evoluzione musicale che nel tempo si è arricchita di influenze, si è personalizzata e cristalizzata in 11 songs ben costruite e molto intense (valga per tutte quello che forse è il miglior episodio dell'album, la title track "Psychoteque"). Gli SHW si muovono sulle corde di un rock epico, lirico, in cui confluiscono con (forse eccessiva) evidenza le principali caratteristiche del suono U2 (le chitarre in particolare ma anche il cantato molto spesso "alla Bono" come in "Sleepwalkers" ad esempio). Un album crepuscolare, malinconico e romantico che raramente si impenna in progressioni rock (vedi l'intro di "Mind chambers" o l'introduttiva "Broken") e si mantiene costantemente su atmosfere d'introversione lirica e musicale.
In ogni caso un buona partenza.